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In piazza del Popolo
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L’obelisco Flaminio

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A piazza del Popolo si innalza uno
dei più importanti obelischi egiziani di Roma, proveniente dal
tempio del Sole di Eliopolis, da cui fu prelevato per volere di
Ottaviano Augusto che nel 10 a. C. lo fece porre sulla spina del
Circo Massimo.
In granito estratto dalle cave di Aswan, è alto 24 metri, ma con
la base arriva a 34 metri. È decorato da geroglifici fatti
eseguire dal faraone Seti I e da suo figlio e successore Ramesse
II nel XIII secolo a. C.
Si sa che nel IV secolo era ancora in piedi, ma in seguito se ne
perse perfino la memoria. Nel Cinquecento si ritrovarono alcuni
frammenti della base, ma fu solo verso la fine del secolo che
Sisto V intraprese una campagna di scavo per riportarlo alla
luce.
Inizialmente doveva essere posto a ornamento della basilica si
San Paolo fuori le mura, quindi presso Santa Croce in
Gerusalemme, ma alla fine il Papa scelse di collocarlo a piazza
del Popolo, punto di ingresso alla città per chi arrivava dal
nord. Proprio in quegli anni papa Sisto aveva conferito grande
importanza alla chiesa di Santa Maria del Popolo, inserendola
nel novero delle Sette Chiese che i pellegrini dovevano visitare
nella Città Eterna, in sostituzione di quella di San Sebastiano,
troppo fuori mano.
L’incarico della sistemazione dell’obelisco fu affidato a
Domenico Fontana, che il 5 marzo del 1589 lo pose accanto alla
già esistente fontana del Trullo, di Giacomo Della Porta. In
seguito la fontana del Trullo fu spostata prima in piazza San
Pietro in Montorio e poi in piazza Nicosia, dove ancora si
trova. Fu Giuseppe Valadier, nel 1823, a sistemare
definitivamente l’obelisco circondandone la base con quattro
leoni marmorei in stile egizio dalle cui bocche esce l’acqua che
si raccoglie in altrettante vasche.
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di
Alessandro Venditti
22
dicembre 2018
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