L’arte del cammeo
Paolo Neri

Paolo Neri, nato a Roma nel
1813, dopo essersi educato presso il padre, era stato allievo dei
pittori Francesco Giangiacomo e Tommaso Minardi, poi dello scultore
Pietro Tenerani, quindi si era dedicato all’incisione, raggiungendo
uno stile personale caratterizzato dalla precisione e dalla finezza
d’esecuzione.
Da Angelo De Gubernatis sappiamo che realizzò moltissimi ritratti
“somigliantissimi”, tra cui quelli in pietra dura di Giove, Orazio
Coclite, e Ercole, uno in conchiglia con soggetto tratto da un poema
di Milton e un altro sempre in conchiglia “coi ritratti delle LL. MM.
il Re e la Regina, col Principe Ereditario”. Eseguì anche sculture
in marmo: alcuni bassorilievi, il “busto delle Quattro Stagioni”, la
ninfa Egeria e Susanna.
Tra le sue opere più note è il grande cammeo in calcedonio onice di
forma ovale oggi al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Vi compare il volto di una divinità greca maschile raffigurata di
profilo, forse Zeus, come farebbero pensare la folta barba e i
lunghi capelli elegantemente arricciati e trattenuti da una tenia.
Sotto al volto è incisa la firma dell’artista (foto Museo del
Gioiello).
Paolo Neri era sposato con la romana Clementina Amici, anch’essa
dedita all’incisione di cammei.
Neri risulta abitare o avere le sue botteghe nei luoghi di Roma più
frequentati dai turisti, veri estimatori della sua arte: prima in
via Due Macelli, poi in via Sistina e quindi in via Frattina e in
via del Babuino.
Neri fu presente all’Esposizione Nazionale di Roma del 1883 con
numerose opere, tra cui nove cammei, due quadri in mosaico
raffiguranti il Colosseo e l’Acquedotto di Alessandro Severo, un
medaglione in terracotta e un piatto in maiolica.
di
Cinzia Dal
Maso
23
luglio 2017
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