Il mistero svelato di Giulia
Farnese
Pintoricchio, pittore dei Borgia
Fino al 10 settembre 2017 i Musei Capitolini
ospitano la mostra “Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero
svelato di Giulia Farnese”.
Il pontificato di Alessandro VI (1492 – 1503), al secolo Rodrigo
Borgia, è uno dei più controversi della storia della Chiesa. Fu un
periodo di intrighi e intrecci dinastici, calunnie, lotte per il
potere, assassini spietati, matrimoni combinati. Al tempo stesso,
però, fu un momento magico per l’arte, anche perché il papa aveva
chiamato a Roma per affrescare il suo nuovo appartamento in Vaticano
un pittore del calibro di Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio
(c.1454-1513), che seppe interpretare con un linguaggio
raffinatissimo, volutamente all’antica, il programma ideologico e
politico di Alessandro VI. Così l’appartamento Borgia, ricco di
contenuti teologici e umanistici, risulta un’opera fortemente
innovativa, in grado di suscitare una grande emozione in quanti lo
visitarono. Giorgio Vasari soffermò la sua attenzione sulla scena
che ritraeva il papa in ginocchio davanti alla Madonna col Bambino
benedicente, ritenuta dai contemporanei il ritratto della giovane
amante di Alessandro VI, la conturbante Giulia Farnese: “Sopra la
porta d’una camera la Signora Giulia Farnese per il volto d’una
Nostra Donna: et nel medesimo quadro la testa di esso Papa
Alessandro”.
L’opera, per la supposta presenza di Giulia Farnese nella figura
della Madonna, causò un grande scandalo. Il dipinto, ritenuto
compromettente, fu censurato e distaccato sotto il pontificato di
Alessandro VII Chigi (1655-1667). Le immagini della Madonna e del
Bambino, ormai due pitture a sé stanti, entrarono a far parte della
collezione privata dei Chigi, mentre il ritratto di Alessandro VI
scomparve definitivamente.
L’esatta composizione del dipinto, tuttavia, si conserva nella copia
realizzata nel 1612 dal pittore Pietro Fachetti.
Oggi, a oltre cinquecento anni da quei fatti e grazie alla
disponibilità dei proprietari delle opere, è possibile presentare
per la prima volta uno accanto all’altro i due frammenti: quello del
volto della Madonna, mai esposto fino a ora, insieme a quello ben
noto del Bambino Gesù delle mani. Un’ideale ricomposizione, frutto
di lunghi studi, di ricerche, di confronti e di approfondimenti, che
permette di rivivere la perduta armonia e la suggestione di una
sintesi pittorica straordinaria.
Ma la mostra offre anche l’occasione di rivedere la leggenda della
presenza del ritratto di Giulia Farnese nell’appartamento Borgia,
destituendo di ogni fondamento una delle convinzioni più durevoli
della storia dell’arte moderna.
Le sembianze della Vergine risultano infatti vicinissime al più
classico tipo dei volti di Madonna del Pintoricchio: un viso
dolcemente allungato, senza nessuna ricerca ritrattistica, pieno di
amorevole concentrazione e assorto compiacimento nei confronti della
scena alla quale sta assistendo. Il volto ritrovato della Madonna
del Pintoricchio, riaccostato al Bambino delle mani, ci permette di
ricomporre parzialmente un’opera di forte valenza iconografica ed
evidente significato teologico. Una rarissima iconografia papale
che, rappresentando l’Investitura divina del neoeletto Pontefice,
spazza definitivamente il campo dalle interpretazioni decisamente
più “terrene” che ne provocarono la distruzione.
In esposizione anche 33 opere del nostro Rinascimento: ritratti
della famiglia Borgia e raffinati dipinti di Bernardino di Betto,
dalla Crocifissione della Galleria Borghese, alle Madonne della Pace
di San Severino Marche e delle Febbri di Valencia, oltre a 7
sculture di età romana, provenienti dalle raccolte capitoline, poste
in stretto dialogo con i dipinti dell’Appartamento Borgia.
di
Antonio
Venditti
1 giugno 2017
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