HomeSpecchio RomanoPubblicazioniSiti amiciMotore di ricercaAudio & VideoSpigolature Pagine PDF

 

Ricorda la miracolosa visione di Sant’Eustachio
Un cervo sulla sommità di una chiesa

 


Nel cuore della vecchia Roma, a due passi dal Pantheon, si apre la piazza di Sant’Eustachio, che prende il nome dall’antica basilica che vi sorge, carica di memorie e di tesori d’arte. Alzando gli occhi verso la sommità della facciata della chiesa si nota un particolare curioso: c’è la testa di un cervo con una croce tra le corna. E’ un chiaro riferimento a un episodio della vita del santo titolare, che – secondo la Leggenda Aurea - in realtà si chiamava Placido ed era nato a Roma nel I secolo d. C. Aveva combattuto in Asia Minore sotto Traiano. In seguito, durante una battuta di caccia presso Tivoli, si imbatté in uno stupendo esemplare di cervo. Si mise a inseguirlo, ma questo si fermò davanti a un burrone, mostrando tra le corna una croce di luce, quindi gli disse: “Perché mi perseguiti? Sono quel Gesù che tu onori senza conoscere”. Placido si convertì al cristianesimo e si fece battezzare, prendendo il nome di Eustachio, il cui significato, in greco, è “che produce tante spighe”. Cominciarono, però, le sue disgrazie. Perse ogni avere e fu costretto a mendicare insieme con la sua famiglia. In Egitto gli furono rapiti la moglie e i figli. Li cercò per 15 anni, finché Traiano, che non aveva scordato il suo condottiero, lo andò a cercare per affidargli un’altra impresa. Al suo ritorno a Roma, ritrovò la sua famiglia sana e salva. Ma le disavventure non erano finite. Alla morte di Traiano, divenne imperatore Adriano, che fece condannare a morte Eustachio, che si era rifiutato di sacrificare agli dei pagani, insieme con la moglie e i figli. Il supplizio scelto era tremendo: dovevano essere sbranati dai leoni nel circo, ma le fiere non li toccarono nemmeno, anzi si inchinarono ai loro piedi e li leccarono. I loro aguzzini non si diedero per vinti ed escogitarono un altro modo per ucciderli. Era il 20 settembre del 120. Li chiusero in un enorme contenitore di bronzo a forma di toro e gli accesero sotto un fuoco, che continuò a bruciare per tre giorni. Quando il contenitore fu aperto i martiri erano morti, ma i loro corpi, intatti, erano rimasti nella stessa posizione in cui erano stati deposti.
Secondo la tradizione, sul luogo in cui Placido ebbe la visione del cervo lo stesso imperatore Costantino, in accordo con papa Silvestro, avrebbe fatto erigere un santuario, quello della Mentorella, che gode di un panorama mozzafiato, dalla sua roccia a strapiombo sulla valle del Giovenzano. Sul punto più alto dello sperone roccioso si trova la piccola cappella di Sant’Eustachio.

 

di Annalisa Venditti
06 Marzo 2014

© Riproduzione Riservata

 


CONCORSO LETTERARIO:
LA MIA ROMA - I EDIZIONE

 


Riflessioni su
Pier Paolo Pasolini

Roma

Città del Vaticano (RM)

www.vaticanstate.va

 

 

CENTRO DI PSICOTERAPIA
dott.ssa Mariolina Palumbo

PAGINA FACEBOOK
"Specchio Romano"

GARIBALDINI PER L'ITALIA

RISORGIMENTO ITALIANO

 

LETTERE AL DIRETTORE

 

WWW.SPECCHIOROMANO.IT - Rivista telematica di Cultura
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 / 2013 del 25 settembre 2013
Copyright 2003-2022 © Specchio Romano  - webmaster Alessandro Venditti

Contatore siti