Pioggia, vento e grandine per il giorno
dell’inaugurazione
La statua di Pietro Metastasio
In piazza della Chiesa Nuova, su un alto piedistallo, è la
statua marmorea di un personaggio dall’aria affabile, in abiti settecenteschi, a
cui qualche tempo fa un burlone, o meglio un maleducato, ha messo in mano un
segnale stradale, come si vede nella foto. E’ Pietro Trapassi, meglio conosciuto
con lo pseudonimo di Metastasio (1698 – 1782). In una sua biografia anonima del
1786 si legge che era “di mezzana statura, inclinante più alla pinguedine che
alla magrezza, e ben proporzionato della persona. Aveva lineamenti di viso assai
belli, occhi neri penetranti vivissimi, pieni di dolcezza, un naso ben formato,
bocca piuttosto grande, ma ridente e ben conservata, gote vermiglie e floride,
il colorito bianco misto ad un assai vivo porporino, che terminava di rendere
assai viva la sua fisionomia, avendo conservato queste fattezze fino a tarda
età”.
Per celebrare il primo centenario della morte del famoso poeta e scrittore, nel
1873 si formò un comitato di artisti presieduto dal direttore dell’Accademia di
San Luca, Francesco Podesti, che propose di dedicargli un monumento pubblico.
Nel 1882 fu bandito il concorso, che venne vinto da Emilio Gallori (Firenze 1846
– Siena 1924).
Il 21 aprile del 1886, in occasione del Natale di Roma, si tenne l’inaugurazione
del monumento, collocato a piazza San Silvestro, di fronte al palazzo delle
Poste, che dal 1879 si era insediato nel convento delle Clarisse. La giornata,
però, era tutt’altro che primaverile. Pioggia, vento e grandine sembrava
volessero far ripiombare Roma nel bel mezzo dell’inverno. Tutti i preparativi
della vigilia sembrava dovessero andare a farsi benedire. Le autorità e tutti
gli intervenuti erano fradici, perché gli ombrelli non servivano a nulla in quel
diluvio. Bagnati come pulcini anche gli alunni della scuola intitolata al poeta.
La cerimonia fu davvero sbrigativa. Alle 10 e 5 minuti la statua venne scoperta.
Il duca Torlonia, facente le funzioni del sindaco, tenne il suo discorso
ufficiale, probabilmente più breve di quello che aveva preparato.
Nel 1910 il monumento fu trasferito dove oggi lo vediamo, a breve distanza dalla
casa natale del Metastasio, situata sotto l’Arco dei Cappellari. Nella nuova
sistemazione, inoltre, la statua si trova di fronte all’Oratorio dei Filippini,
dove venivano rappresentati i melodrammi sacri, che ebbero in Metastasio uno
degli autori più fecondi.
La scultura è collocata su un elegante piedistallo rifinito da cornici finemente
intagliate e arricchito da cartigli. Il basamento è ornato da una ghirlanda di
foglie di alloro intrecciata con i simboli del melodramma - una maschera e una
lira- sul fronte. Sul retro è la lupa capitolina entro uno scudo.
di
Alessandro Venditti
22 Maggio 2014
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