Il "generoso" re dei venti Li donò ad Ulisse, ma la curiosità generò una tempesta
Secondo una versione del mito, il re dei venti Eolo sarebbe stato figlio di Poseidone, colui che tra gli dei immortali sovrintendeva al governo dei mari. Nella "Tebaide" così il poeta romano Stazio lo descriveva: "Eolo imperioso incatena i venti già pronti a sconvolgere il mar nell’antro e con il sasso chiude la porta, vietando loro ogni altra strada". Il Re dei venti aveva sei figli maschi e sei figlie femmine. Ulisse, in una delle tappe delle sue incredibili peripezie, lo incontrò nell’isola d’Eolia. Qui il Re dei venti lo accolse amichevolmente, invitandolo a rimanere presso la sua reggia per un mese. Al momento della partenza, per favorire il suo rientro in patria, gli regalò un otre dentro cui aveva rinchiuso tutti i venti, tranne quello che avrebbe dovuto condurlo direttamente e senza problemi ad Itaca. Approfittando del sonno di Ulisse, alcuni compagni, curiosi del contenuto dell’otre, decisero di aprirlo. All’improvviso, tremendi, ne uscirono tutti i venti, scatenando una furiosa tempesta. La nave di Ulisse venne così scaraventata di nuovo nell’isola di Eolo che, stavolta, convinto che gli dei fossero avversi all’eroe, non gi dimostrò più amicizia. Bòrea, Noto, Euro e Zefiro: questi erano i nomi che gli antichi greci diedero ai quattro venti considerati principali nella navigazione. Borea era la divinità dei venti che spiravano dal Nord, Noto era considerato apportatore di pioggia, Euro conduceva il vento di levante, mentre Zefiro era la personificazione di quello di ponente. Il mito di Eolo verrà illustrato nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).
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