La
torre, almeno dal 1145 di proprietà dei Frangipane, è a pianta
quadrata, costruita in tufelli con intrusione di schegge di calcare,
selce e corsi irregolari di mattoni. Nella parte più alta presenta
uno sporto poggiante su archetti ciechi impostati su beccatelli. Il
tetto ha quattro falde. Secondo la tradizione, proprio in questa
torre, nel 1223, Iacopa dei Normanni, terziaria francescana e vedova
di Graziano Frangipane che aveva sposato giovanissima, avrebbe
ospitato San Francesco d'Assisi, a cui era legata da devota
amicizia. Il Poverello di Assisi era solito chiamare la donna "frate
Iacoba", per la virilità del suo carattere, mentre lei inviava
spesso ai Santo dei mostaccioli. Alla sua partenza, Francesco le
affidò un agnellino, simbolo di mitezza e di innocenza, che Jacopa
custodì e allevò con grande amore, portandolo ogni giorno ad
assistere alla Santa Messa. La nobile veniva anche detta Jacopa dei
Settesoli, dal vicino Settizionio, la fontana monumentale fatta
erigere dall’imperatore Settimio Severo e ornata dalle
rappresentazioni dei sette Pianeti.
La
torre non sorgeva isolata come oggi, ma era circondata da modeste
costruzioni e doveva far parte del sistema di fortificazioni della
potente famiglia dei Frangipane.
Fin dal
XVI secolo doveva essere andata in rovina l’antichissima chiesa di
Santa Lucia in Septisolio, già citata dall’Anonimo Einsidlense e nel
Liber Pontificalis di Leone III (795-811).
Le
casupole medioevali che sorgevano intorno alla torre, il molino e
alcune abitazioni di fortuna vennero abbattuti nel 1943, quando si
pensava di ripristinare il Circo. Gli eventi bellici fecero
abbandonare l’ambizioso progetto e la torre si salvò dalla rovina.
Alla metà degli anni ’50, nel corso degli scavi per la realizzazione
della linea B della Metropolitana, venne raggiunta la falda
acquifera che si riversò in superficie, formando un laghetto di
acqua pura e trasparente, delizia dei ragazzini della zona.