Ciceruacchio, capopolo romano
Angelo Brunetti era nato
a Roma il 27 settembre 1800, nel popolare rione di Campo Marzio.
Nella più tenera età la madre gli aveva dato il soprannome di
Ciceruacchio per il suo aspetto paffuto. Una volta cresciuto, si era
messo a fare il carrettiere e tra-sportava vino dai Castelli al
porto di Ripetta. Personaggio carismatico, semplice e schietto,
amato da popolo, con un’innata capacità dialettica rafforzata
dall’uso esclu-sivo del romanesco e una naturale eleganza nel
vestire, fu presto conquistato dagli i-deali risorgimentali, di cui
si fece portavoce fra i popolani. In un primo momento era stato
capace di avvicinare il popolo a Pio IX.
"Ciceruacchio.
Angelo Brunetti, capopopolo di Roma", uno straordinario volume di
Claudio Modena (Mursia, 306 pagine, 20,00 euro), è stato presentato
presso l’Istituto internazionale di studi "Giuseppe Garibaldi"
(piazza della Repubblica 12), diretto da Franco Tamassia.
"Non è
un libro ma un film, che ci fa ritrovare in mezzo ai rumori, ai
suoni, alle emo-zioni", ha spiegato Giuseppe Garibaldi, presidente
dell’Associazione e pronipote dell’Eroe dei Due Mondi, che ha voluto
anche dare uno speciale annuncio. "Stiamo organizzando per il 3, il
4 e il 5 luglio – ha detto – un pellegrinaggio a Caprera per il
nuovo museo dedicato a Garibaldi che sarà inaugurato dal Capo dello
Stato".
Del
libro di Modena ha parlato Silvana Galardi, scrittrice e storica del
Risorgimento. "Questo volume – ha sottolineato – mi ha consentito di
avvicinarmi a una figura di primo piano e di capire il perché di
alcuni atteggiamenti di Pio IX. La grandezza di Ciceruacchio, messa
in evidenza da Modena, è stata il suo sguardo lungimirante che
attraverso la Repubblica Romana vedeva già l’Italia".
Il
sogno però era destinato a durare poco. Il 2 luglio del 1849 la
neonata Repubblica romana cadeva, e quella stessa sera Ciceruacchio
con i figli Luigi e Lorenzo, di soli tredici anni, usciva da Roma,
occupata dalle truppe francesi, attraverso Porta San Giovanni.
Marciava al seguito di Garibaldi verso Venezia, per portare aiuto
alla mo-rente Repubblica Veneta. Nel suo animo ancora viva la
passione per gli ideali di li-bertà per cui aveva lottato, ma anche
tanta amarezza nel lasciare la sua amata città, la moglie Annetta e
gli amici.
Nel suo
libro, Modena ricostruisce la breve avventura di Ciceruacchio,
dall’appassionata fiducia riposta nel Papa Re all’adesione agli
ideali mazziniani e alla Rivoluzione del 1849, dalla caduta della
Repubblica Romana alla tragica fine: fu fu-cilato insieme con i suoi
figlioli la notte di San Lorenzo dello stesso anno a Porto Tolle,
presso Rovigo.
"E se,
come ha messo ben in evidenza Modena, la Repubblica Romana cadde, i
suoi valori sono quelli su cui si è fondata l’attuale Repubblica
Italiana", ha concluso Sil-vana Galardi.
di
Cinzia Dal Maso
21 marzo 2012 |