Il Risorgimento dei
romani |
Angelo Tittoni
Il
busto del patriota Angelo Tittoni è collocato nel punto in cui la
passeggiata del Gianicolo si biforca, proprio di fronte al monumento
di Garibaldi. Lo scultore Ettore Ferrari, che lo ha eseguito nel
1902, ha raffigurato l’eroe con la divisa del battaglione
universitario romano, caratterizzata dal cappello alla calabrese
ornato di piume. Angelo era nato nel 1820 e apparteneva a quella
borghesia romana che aveva raggiunto una
solida posizione economica esercitando la professione di "mercante
di campagna" senza però godere di alcun privilegio e si era per
questo accostata alle idee liberali.
Nel
1848 partecipò alla prima guerra di indipendenza, come colonnello
del battaglione universitario romano, di cui fu il primo comandante:
si distinse nella battaglia di Cornuda e nella strenua difesa di
Vicenza. In seguito fu sostituito dal maggiore Luigi Ceccarini.
L’anno
seguente aderì alla Repubblica Romana, costituendo il corpo militare
dei cacciatori del Tevere. Fu anche eletto nel consiglio municipale
e venne chiamato a presiedere la commissione per
l’approvvigionamento alimentare. Durante l’assedio francese di Roma
fu impegnato nella difesa del Vascello.
Alla
caduta della Repubblica, il ritorno di Pio IX non creò troppi
problemi alla famiglia Tittoni. Angelo, pur conducendo una vita
ritirata, continuò a svolgere la sua attività politica
Dal
1851 ospitò nella sua villa di Manziana il pittore russo Karl
Pavlovi ć
Brjullov, l’autore del celebre quadro "l’ultimo giorno di Pompei",
che morì proprio lì, il 23 giugno del 1852, lasciandogli in eredità
numerosi dipinti e disegni eseguiti durante i suoi soggiorni romani.
A
Manziana Brjullov aveva anche eseguito il ritratto a olio su tela di
Angelo oggi conservato in una collezione privata. Il giovane è
raffigurato in piedi, di tre quarti, con il capo voltato verso lo
spettatore, una corta barba scura e l’alta fronte stempiata. Sullo
sfondo, un muro a blocchi di tufo illuminato da una luce proveniente
da destra. L’abbigliamento è piuttosto informale, composto da
calzoni di fustagno e ampia camicia bianca, con sopra una casacca
nera aperta. La vita è stretta da una fusciacca rossa. L’intensità
dell’espressione conferisce al dipinto una straordinaria forza. Allo
stesso pittore si deve il ritratto del fratello di Angelo, Vincenzo.
Nel
febbraio del 1861 Angelo Tittoni, insieme con altri tredici
cittadini, fu costretto ad andare in esilio. Solo dopo l’unità
d’Italia poté tornare a Roma, dove morì nel 1882.
Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa
è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani,
in studio con Livia Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in
replica il sabato dalle 10 alle 11.
di
Cinzia Dal
Maso
17 maggio 2011 |
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