Gran
parte dei capolavori è stata concessa eccezionalmente dal
Gemeentemuseum de L’Aia, con il supporto di grandi istituzioni
museali come il Denver Art Museum, il Philadelphia Art Museum, la
National Gallery of Canada di Ottawa, il National Museum of Modern
Art di Kyoto.
La
mostra è curata da Benno Tempel, Direttore del Gemeentemuseum de
L’Aia, e si avvale di un prestigioso comitato scientifico composto
da Hans Janssen, Gemeentemuseum, L’Aia, Franz W. Kaiser,
Gemeentemuseum, L’Aia, Michael White, Università di York, e
l’architetto Frans Postma.
L’esposizione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica Italiana, è promossa dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, in collaborazione e con la partecipazione della
Regione Lazio, di Roma Capitale, della Provincia di Roma, con il
patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera
dei Deputati, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Ambasciata del
Regno dei Paesi Bassi e dell’Istituto per la Storia del Risorgimento
Italiano. La rassegna è organizzata e realizzata da Comunicare
Organizzando di Alessandro Nicosia.
Nato ad
Amesfoort nel 1872, Piet Mondrian nei primi anni del Novecento si
distingueva come un paesaggista di successo. Nel 1908, il
trasferimento a Domburg in Zelanda e l’incontro di J. Toorop ne
determinarono il passaggio alla ricerca simbolista.
Nel
1911, durante una mostra d’arte moderna ad Amsterdam, Mondrian venne
in contatto con l’arte cubista, attraverso opere di Cézanne, Picasso
e Braque. Nel 1914 compose i suoi primi quadri astratti, in cui
l’articolazione spaziale era affidata al colore.
Tornato
in Olanda, dove rimase dal 1914 al 1919, sviluppò una ricerca tesa
al rigore astrattista e alla totale elementarizzazione delle linee e
dei colori.
Dal
1919 al 1938 l’artista – a Parigi – realizzò le sue personalissime
composizioni neoplasticiste in rosso, blu e giallo.
Nel
1940 si trasferì a New York, dove rinnovò la sua arte e dove morì,
nel 1944.