Il
marchese Giovanni Angelo Ossoli era nato a Roma – ultimo di otto
figli - il 17 gennaio del 1821, da Filippo e Maria Anna Cleter. Il
suo casato era originario della Lombardia, ma si era stabilito nel
Lazio fin dal 1701. Alto e di bella presenza, timido e non molto
colto, si infiammò ben presto degli ideali mazziniani. Il 1° aprile
del 1847 – era giovedì santo – incontrò per caso a San Pietro una
donna americana più matura di lui, ma piena di fascino e di idee
progressiste, già affermata come giornalista nel suo paese: era
Margaret Fuller, che aveva perso di vista gli amici con i quali
stava assistendo ai Vespri. Il marchese, con galanteria tutta
latina, si offrì di riaccompagnare a casa la donna, che dal canto
suo era rimasta subito impressionata dall’aspetto malinconico e
dalla cravatta a fiocco del giovane. Nacque presto l’amore,
contrastato dalla famiglia di lui, che non vedeva di buon occhio
questa femminista ante litteram, oltre tutto di religione
protestante. Solo la sorella Angela D’Andreis (1809 – 56) gli rimase
sempre vicino, comprendendo le sue scelte politiche e sentimentali.
Gli storici hanno cercato invano tracce del matrimonio di Margaret e
Giovanni Angelo nei documenti ufficiali. Forse il loro fu un
matrimonio di coscienza, rimasto segreto. Risultano "coniugi" nel
certificato di battesimo del loro unico figlio, Angelo Eugenio
Filippo, nato a Rieti il 5 novembre del 1848. Margaret rimase per
due mesi con il piccolo, poi lo affidò a una balia e tornò a Roma,
dove forse andò ad abitare insieme con il marito presso la sorella
di lui, Angela, in via di Sant’Eufemia 188. Qui la situazione stava
rapidamente precipitando. Il 15 novembre c’era stato l’assassinio di
Pellegrino Rossi, ministro dell’interno del governo pontificio. Il
24 dello stesso mese Pio IX era fuggito da Roma su una carrozza
chiusa, vestito da sacerdote, per rifugiarsi a Gaeta. I patrioti
affluivano a Roma da tutta l’Italia. Ai primi di dicembre erano già
arrivati Garibaldi, Angelo Masina e Goffredo Mameli.
Ricevuta la notizia della fuga del Papa, il ministero Galletti si
dimise, ma la Camera dei deputati, confermati i poteri al Governo,
mandò una deputazione a Gaeta, che fu respinta ai confini
napoletani.
Il 21 e
22 gennaio del 1849 si tennero, senza incidenti, su tutto il
territorio dello Stato, le elezioni per la Costituente romana.
Nonostante il Papa avesse minacciato di scomunica tutti coloro che
vi avessero partecipato, l’afflusso alle urne fu straordinario. Il 9
febbraio, in Campidoglio, fu solennemente proclamata la Repubblica
Romana. Giovanni Angelo Ossoli, sergente della guardia civica,
mobilizzata all’inizio del 1849, fu arruolato nella seconda
compagnia del primo battaglione e si distinse nella difesa della
Repubblica assediata dalle truppe del generale Oudinot,
guadagnandosi il grado di capitano.
Intanto
Margaret, pur preoccupata per la vita del marito, prestava la sua
opera per la cura dei feriti, come regolatrice dell’ambulanza posta
all’ospedale dei Fatebenefratelli, all’Isola Tiberina. Dopo un
cannoneggiamento francese che aveva sconvolto la città, scrisse in
una lettera, rivolgendosi alla luna che saliva tra le nuvole: "è
possibile che il tuo globo guardi su una Roma che fuma e brucia e
veda il suo sangue migliore scorrere tra le pietre senza che ci sia
uno al mondo che la difenda, uno che venga in aiuto, neppure uno che
gridi un tardivo vergogna!"
Caduta
la Repubblica, il 3 luglio 1849 i francesi entrarono a Roma.
Margaret e Giovanni Angelo tornarono a Rieti per riprendersi il
figlio, quindi ripararono a Firenze. Le loro finanze si
assottigliavano ogni giorno di più. Giovanni Angelo, la cui famiglia
da tempo non era in condizioni floride, non aveva mai lavorato e le
corrispondenze di Margaret non bastavano a sbarcare il lunario.
Decisero di partire per l’America, anche se la giornalista era
innamorata del nostro Paese. Aveva scritto in un suo articolo:
"dovunque io vada una gran parte del mio cuore rimarrà sempre in
Italia. Spero che i suoi figli mi riconosceranno sempre come una
sorella, sebbene non sia nata qui".
Per
scarsità di mezzi finanziari, si imbarcarono – nel maggio del 1850 -
su un piroscafo mercantile a vela, la Elizabeth. All’alba del 19
luglio, a poca distanza dal porto di New York, la nave si incagliò
nelle secche di Fire Island e intorno alle due del pomeriggio colò a
picco trascinando con sé i due coniugi. Solo il corpo del
figlioletto toccò terra, ma ormai senza vita. Fu seppellito nel
cimitero di Mount Auburn, nel Massachusetts, nella tomba che è anche
memoriale dei suoi sfortunati genitori (nella foto).
Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa
è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani,
in studio con Livia Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in
replica il sabato dalle 10 alle 11.