Uno splendido
dipinto altomedioevale è stato ritrovato nell’atrio porticato della basilica di
Santa Sabina sull’Aventino, dopo che per secoli era stato nascosto sotto uno
strato di intonaco. La sovrintendenza
speciale al Polo museale romano ne ha curato il restauro, costato 24 mila euro e
diretto da Claudia Tempesta.
La prima traccia a
riemergere sulla parete era stata il volto dell’arcipresbitero
Teodoro, incorniciato in un nimbo quadrato, a ricordare che al momento
dell’esecuzione dell’opera era ancora vivo. Si è
subito capito che si trattava di una testimonianza eccezionale e allargando la
traccia pian piano è tornata alla luce tutta la scena, con la sua iscrizione.
Al centro è la
Madonna con in braccio il Bambino, affiancata dai Santi Pietro
e Paolo e dalle Sante Sabina e Serafia. Sulla sinistra sono i presbiteri Teodoro
e Giorgio, committenti dell’opera. Secondo la storica dell’arte Manuela
Gianandrea, la figura che compare con loro potrebbe essere il pontefice
dell’epoca. Quanto alla datazione, siamo poco dopo il 687, anno il cui Teodoro
era diventato arcipresbitero. Sappiano anche che Teodoro e Giorgio nel 680 si
erano recati al concilio di Costantinopoli in qualità di legati papali. Siamo
quindi di fronte a un documento importantissimo, non solo per la sua rarità, ma
anche perché costituisce un punto fermo nella
ricostruzione dell’evoluzione dell’iconografica. L’artista era forse un
bizantino ancora assai legato alla classicità, che gli permetteva di mettere in
atto un linguaggio monumentale che a Roma non si trova oltre la metà dell’VIII
secolo.
La Madonna si
presenta con il volto in "verdaccio", il colore che serviva da base per le
ombreggiature dell’incarnato, mentre il blu dei lapislazzuli arricchisce gli
abiti e contribuisce alla monumentalità e alla naturalezza delle figure. Anche
l’iscrizione ha avuto un ruolo fondamentale, indicando i committenti ideali di
questa sorta di pannello votivo.
"La bellissima
rappresentazione della Madre con il Figlio esposto nell’ovale – scrive Claudia
Tempesta – sembra nata per dare forma visibile alle disposizioni del concilio
del 680, convocato dall’imperatore Costantino IV. L’artista ha ricercato la
bellezza nelle immagini femminili, fluide e monumentali, che esprimono in modo
armonico la vita dello spirito nella loro corporeità. L’eleganza aristocratica
di Sabina ci riporta ai primi momenti della diffusione del cristianesimo nelle
nobili famiglie che abitavano l’Aventino.
Sul colle romano soprattutto la determinazione femminile rese possibile la
fioritura di conversioni e il moltiplicarsi di insediamenti cristiani".
L’atrio attuale è
il risultato di trasformazioni e manomissioni che hanno interessato i resti di
un quadriportico del V secolo. Si può ipotizzare che il dipinto sia stato
cancellato nel X secolo o nel Duecento, dopo che il pontefice Onorio III, nel
1221, aveva concesso la chiesa a San Domenico e ai suoi primi seguaci.
La scoperta si
aggiunge al progetto di riqualificazione e valorizzazione del vecchio museo
domenicano di Santa Sabina, allestito nell’antico dormitorio dei frati e ora in
fase di ristrutturazione, del sito archeologico sotto la basilica e di quello
scavato alla metà dell’Ottocento nel giardino posteriore della chiesa.
Oltre ai resti
dell’antico quadriportico, nell’area sottostante la chiesa si trovano vari
edifici di epoca romana, tra cui un edificio termale privato dotato di otto
vasche, impiantatosi nel IV secolo su terme della fine del II secolo, con un
affresco di Venere al bagno.
Inoltre si sta
procedendo al recupero degli antichi luoghi di servizio, da trasformare in aula
multimediale e di conferenze. La maggior parte degli interventi sarà completata
entro il 2010.
Nel prossimo
decennio si celebrerà l'arrivo di San Domenico a Santa Sabina, come ha
annunciato padre Francesco Maria Ricci, promotore dei lavori. "Il complesso
cresce e si trasforma – ha continuato - perché i domenicani gli restituiscono la
sua antica bellezza nel duplice ruolo di predicatori e di conservatori del luogo
che ricorda le origini della predicazione di San Domenico".
Dell’argomento si
parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa è Roma", il
programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia
Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in replica il sabato dalle 10 alle 11.