Oggi
la parola cultura è usata sproposito in ogni tipo di conversazione,
privata o pubblica.
E fin
qui tale abuso sarebbe pure sopportabile, vista l’ignoranza
terminologica – anche televisiva - da cui siamo invasi, ma che in
nome di un indefinito tipo di cultura si utilizzino quali elementi
propagandistici i busti marmorei del Gianicolo, dedicati agli eroi
del nostro Risorgimento e in particolare della Repubblica Romana del
1849, è soltanto un’offesa gratuita al ricordo di tanti martiri
della libertà - per i quali la cultura ebbe "un’anima, un principio
spirituale" - e all’intelligenza dei romani.
E’
possibile che questa riflessione abbia accumunato i pochi passanti
che ieri mattina, subito dopo il sorgere del sole, lungo i viali del
Gianicolo hanno visto i circa 80 busti violati da una benda nera
sugli occhi con la scritta My Trastevere e ridicolizzati.
Come tante statue di Pasquino, alcune di loro avevano appeso al
collo con uno spago da cucina un foglio con una poesia spacciata
come scritta da Trilussa. Con una metrica claudicante, in un
romanesco stentato, si denuncia la scomparsa della cultura, non
avendo però la capacità, o meglio il coraggio, di dare una chiara
proposta alternativa: se non proprio didattica, perché sarebbe
pretendere troppo, almeno sociologica e non propagandistica.
Certamente, anche la "cultura del buon senso" deve essere veramente
ostica a questi improvvisati e non ben definiti paladini del sapere
romano, ai quali sarebbe bello chiedere la differenza tra i termini
"romanità" e "romanistica": qualcuno potrebbe dire che è un po’ come
sparare su degli indifesi, meglio dire su degli ignoranti! Nemmeno
le statue di Trilussa e di Giuseppe Gioachino Belli nelle omonime
piazze sono state risparmiate da questo blitz dell’ignoranza e della
maleducazione: a ciascuna è stato appeso il messaggio
dell'iniziativa firmata sempre My Trastevere.

Alcuni
pensano che gli autori possano essere stati spinti ad effettuare
un’azione di protesta politica a seguito dei tagli subiti dalla
cultura che hanno coinvolto, oltre all'università e alla scuola,
anche musica, cinema, teatro e centinaia di enti italiani. Per
altri, invece, rispecchia una denuncia sociale.
La
facilità con cui è stata effettuata l’incursione ha dimostrato
ancora una volta quanto siano vulnerabili e privi del necessario
controllo i busti del Gianicolo, vittime di continui atti di
vandalismo, sempre rimasti impuniti: alcuni sono stati decapitati,
altri imbrattati e quello di Colomba Antonietti ha il naso spezzato.
Per
bendare la statua del Belli poi, qualcuno ha dovuto addirittura
arrampicarsi sul monumento. E’ possibile che abbia potuto agire
indisturbato in un largo che accoglie numerose fermate di autobus e
il posteggio dei taxi?
La
firma "My Trastevere" da settimane circola per le strade della
capitale legandosi ad attività sul territorio volte a "riportare la
cultura tra la gente", due settimane fa con un concerto in Piazza
Trilussa che ha visto l'incursione serale di una band con tredici
musicisti, fino alle 23 circa camuffati tra la folla, che ha dato
vita ad una "session" di divertimento. La scritta My Trastevere,
però, rimane avvolta nel mistero.