Il
3 novembre si festeggia Santa Silvia, madre di San Gregorio Magno, dottore della
Chiesa e papa dal 590 al 604.
Silvia
era nata a Roma nel 520 da una famiglia di modeste condizioni. Forse il padre si
chiamava Probo, dal momento che il suo secondo nome era Probina. La sua vita si
svolse a Roma in tempi turbolenti e dolorosi, caratterizzati da invasioni
barbariche, guerre e povertà. Intorno ai 18 anni sposò Gordiano, membro della
gens Anicia e di rango senatorio e andò ad abitare nella splendida villa del
marito sul Celio, al Clivo di Scauro, dove oggi sorge la chiesa di San Gregorio.
Sappiamo che Gordiano ricoprì in Roma la carica di "Regionario", ossia di
amministratore una delle regioni ecclesiastiche in cui era divisa la città per
le attività pastorali e caritative.
La coppia
ebbe almeno due figli: il primogenito Gregorio e un altro di cui non si conosce
il nome, ma che fu "patrizio palatino" e fondò un monastero in onore di S.
Ermete. E’ nota anche la santità delle cognate di Silvia, Tersilia ed Emiliana o
Amelia.
Alla
morte di Gordiano, avvenuta nel 573, Silvia si trasferì con qualche servitore e
alcune ancelle sull’Aventino, in un fondo rustico dove sarebbe in seguito sorta
la chiesa di San Saba, detta "Cella Nova", dove si dedicò alla preghiera e alla
cura dei malati e dei poveri. Intanto Gregorio viveva in solitudine e
contemplazione nella casa paterna, dove Silvia, preoccupata per la sua salute,
gli portava spesso da mangiare legumi o verdure fresche del suo orto. La casa
era ampia e circondata di terre coltivate, per cui Gregorio decise di
trasformarla in monastero e vi eresse anche una chiesa in onore di S. Andrea
Apostolo. Furono in molti a chiedere di essere ammessi in questo nuovo luogo di
vita comunitaria. Gregorio volle essere semplice monaco e scelse per abate un
tale Probo.
Papa
Pelagio II (579-690) distolse Gregorio dalla vita contemplativa, ordinandolo
diacono e inviandolo come "apocrisario" (una sorta di ambasciatore) a
Costantinopoli, dove si guadagnò un stima enorme. Ritornato a Roma, continuò la
sua missione diaconale in una città martoriata dalle calamità, dalla guerra con
i longobardi, dalle inondazioni e dalla peste.
Quando
nel 590 morì Pelagio II, i romani acclamarono Gregorio come suo successore.
Silvia,
che si era ritirata a vita claustrale presso la basilica di San Paolo Fuori le
Mura, sarebbe spirata poco dopo il 592.
Gregorio
fece raffigurare la madre in un affresco presso l’ingresso della chiesa di
Sant’Andrea al Celio, di cui ci rimane la descrizione fornita da Giovanni
Diacono (825-882). Silvia portava un lungo e ampio vestito matronale e teneva la
mano destra alzata nell’atto di iniziare il segno della Croce. Nella sinistra
teneva il libro dei Salmi, aperto sul versetto latino del salmo 118, che in
italiano suona così: "possa io vivere e darti lode, mi aiutino i tuoi giudizi".
Il corpo
di Silvia fu deposto per volontà del figlio presso il monastero sul Celio, in un
sepolcro dove già si trovavano le cognate Tarsilla ed Emiliana. Fu qui che il
cardinale Cesare Baronio, nel 1603, fece erigere l’oratorio di Santa Silvia, che
conserva, nel catino absidale, un "Coro e concerto di Angeli" di Guido Reni.
Sull’altare, tra colonnine di porfido, fu collocata una statua della santa
scolpita dal lorenese Nicola Cordier.
In quello
stesso 1603 il cardinale Baronio aveva ottenuto da Clemente VIII che il nome di
Santa Silvia venisse inserito nel Martirologio romano al 3 novembre.
Una delle
più antiche raffigurazioni di Santa Silvia risale al IX secolo e si trova a
Subiaco, nella Grotta dei pastori, dove S. Benedetto, giovane eremita, istruiva
nella Fede quelli che accorrevano a vederlo. Si tratta di un affresco mutilo in
più parti, con la Vergine in trono affiancata da Santa Silvia e Santa Lucia.
Giovanni
XXIII si meravigliò che non ci fosse a Roma una parrocchia dedicata alla madre
di San Gregorio Magno. Sorse così nel quartiere Portuense, il 23 febbraio del
1959, la parrocchia di Santa Silvia, con il decreto del Cardinale vicario
Clemente Micara "Ubi primum serena", affidata al clero diocesano di Roma. La
chiesa è stata consacrata da mons. Filippo Pocci, vescovo titolare di Gerico,
ausiliare del cardinal vicario Angelo Dell'Acqua.
Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso
dell’Intervista possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e
condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia Ventimiglia il sabato dalle
10 alle 11.