Quindici anni di completo abbandono
hanno caratterizzato la vita del cinema Jolly, tra via della Lega
Lombarda e via Giano della Bella, a due passi da piazzale delle
Provincie. Nel 1978 il cinema cessò l’attività e nel 1986 fu
dichiarato pericolante a seguito di lesioni nelle strutture.
Il Jolly lasciava alle spalle una
lunga attività legata non solo ad un cinema popolare degli anni
1950/60, a un’intensa stagione d’essai fino a un decadimento a luci
rosse. Il Jolly fu sede della pubblica adesione di Pasolini al PCI e
del congresso costitutivo del Partito di Unità Proletaria. Fu per
molti anni il teatro romano di Dario Fo, che al Jolly propose al
pubblico capitolino per la prima volta il suo "Mistero buffo".
Questa sala, costruita nel 1947 e
ampliata cinque anni dopo, è opera di Francesco De Intinis, che, nel
progettare il cinema-teatro per 1200 spettatori dapprima denominato
Atlante, si ispirò a noti autori prebellici come Mario Ridolfi, o
Innocenzo Sabbatini, la cui casa a gradoni è prospiciente
l’edificio.
Il Jolly costituì un esempio di come
nel dopoguerra il modello razionalista fosse ancora seguito.
attraverso un corretto uso della tecnica costruttiva, caratterizzata
da larghe superfici uniformi, intervallate da zone vuote e con la
quasi totale assenza di ogni decorazione. Fu l’indirizzo prevalente
nell’ambito architettonico romano negli anni immediati della
ricostruzione.
L’incisiva facciata concava a cui si
contrapponeva la curva ellissoidale della pensilina e poi gli oblò
ne fanno ancora oggi un segno urbano forte.
La sala era articolata in platea e
galleria ed aveva una cupola apribile. Stucchi ed elementi d’arredo
fissi caratterizzavano l’interno.
Nel 1990 i nuovi proprietari dell’ex
Jolly proposero al Comune il recupero dell’immobile per farne un
centro commerciale con due piani di parcheggio sotterraneo.
Sostenevano l’inopportunità del restauro del complesso, rispetto
alla creazione di una nuova struttura cilindrica. In seguito
formularono una diversa proposta con cui dimostrare che l'edificio
costituisse "sicuramente uno dei punti di riferimento essenziali
per l'immagine architettonica dell' intero quartiere", formatosi
con diverse varianti urbanistiche nel periodo tra le due guerre
mondiali. Da qui la nascita del progetto del restauro delle facciate
esistenti e una completa ristrutturazione interna. Tra il 1994 e il
1997 il cinematografo divenne oggetto di una discussa
ristrutturazione e demolizione, con l’esclusione della facciata
d’angolo, ricostruito esternamente come in origine, mentre
all’interno furono ricavate quattro sale cinematografiche per
complessivi 815 posti, due piani sotterranei per un parcheggio ad
uso pubblico e privato per 120 auto ricavato in un piano interrato e
decentramento delle attività commerciali annesse (bar ristorante,
tavola calda, sala da tè, libreria).,
Il progetto si proponeva soprattutto
la tutela del volume esterno - vero elemento di valore dell'edificio
- con il restauro di tutti gli elementi del paramento. Fu previsto
un nuovo organismo architettonico in cui la parte a contatto con la
città veniva conservata, mentre l'interno doveva assumere un aspetto
diverso dal momento che non vi erano elementi di grande qualità.
Nell'edificio sono state riutilizzate
le superfici esistenti con destinazioni in parte innovative,
attraverso una procedura simile a un piano di recupero che ha
previsto una galleria commerciale su tutt'altezza, con un passaggio
aereo che collegasse l'ingresso alle sale collocate alle quote
superiori, tutte con ingresso indipendente. Per la galleria si è
pensato di sostituire alla trave del portale di sostegno strutture
fondate sui nuovi pali che collaborassero a sorreggere l'involucro
avviluppando la struttura esistente. Del resto, anche se tutte le
travi erano collegate tra loro, era evidente nell'edificio originale
l'idea di un contenitore distinto dalla parte contenuta.
Sostanzialmente, il progetto si è
sviluppato con una esecuzione che ha disatteso l’idea di partenza.
Con l'occasione è stato risanato e
bonificato anche il piazzale d'ingresso, che, dotato di panchine, è
già tornato ad essere un centro di aggregazione e di incontro per
gli abitanti del quartiere.
Dopo tanti anni di incuria il cinema
Jolly in via Giano della Bella ha riacceso le luci il 31 ottobre
1997, trasformato in un centro polifunzionale con prevalente
destinazione a multisala.