Nel
quartiere Rinascimento, a due passi del Lungotevere Marzio, si snoda
una delle strade più caratteristiche della zona, la via dell’Orso.
Il suo nome non è sempre stato questo: si chiamava "Posterula",
quindi il rifacimento di Sisto IV la fece denominare "Sistina",
"Papale" o "via Papae", in quanto percorsa dal corteo pontificio.
Fin dal 1517 la troviamo menzionata
con il nome attuale, derivato probabilmente dall’antico Albergo
dell’Orso o dalla nobile famiglia degli Orsini, che vi aveva dei
possedimenti. Una leggenda popolare, non si sa quanto attendibile,
vedrebbe tutt’altra origine per l’appellativo: un rilievo marmoreo
di epoca imperiale romana murato all’angolo con vicolo dei Soldati,
dove se ne può ancora vedere una copia. L’originale, infatti, fu
trafugato il 9 marzo del 1976 e sostituito due anni più tardi da una
replica eseguita dallo scultore Vincenzo Piovano. Il rilievo, in
effetti, raffigura un grosso leone che assale un piccolo cinghiale.
Ma il leone è così brutto e sgraziato da poter essere scambiato per
un orso
L’Albergo dell’Orso oggi è diventato
una Hostaria di lusso. Di certo conta tra i suoi ospiti personaggi
illustri. Forse Dante, ma certamente Rabelais, Montaigne, Gogol e
Goethe, anche se dalla prima metà del Seicento cominciarono ad
alloggiarvi pure vetturali e postiglioni.
Più tardi, sulla via si aprirono
numerose botteghe di antiquari, nelle quali non era raro far qualche
buon affare. Come accadde al cardinale Fesch, zio di Napoleone, che
in una di queste botteghe scovò la seconda parte di una tavola che
già possedeva. Una volta pulite, le due tavole si rivelarono
un’opera d’arte di valore inestimabile, il "S. Gerolamo" di Leonardo
da Vinci, attualmente conservato nella Pinacoteca Vaticana.
Dell’argomento si parlerà a Nuova
Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista possibile di
"Questa è Roma", il programma ideato e condotto dalla professoressa
Maria Pia Partisani, in onda ogni mercoledì dalle 13 alle 14 e in
replica la domenica dalle 9.30 alle 10.30.