In arrivo al Colosseo la mostra per il bimillenario dei Flavi
Felice compleanno, Divus Vespasianus!
di Antonio Venditti

A Vicus Phalacrinae, nel reatino, il 17 novembre del 9 dopo Cristo nasceva Tito Flavio Vespasiano, che all’età di sessant’anni sarebbe diventato imperatore e avrebbe cambiato il volto dell’impero romano dal punto di vista istituzionale ed economico, dando anche un nuovo impulso all’estensione dei confini. Vespasiano riuscì, con accortezza e decisionismo, a cambiare le regole della governance fino ad allora nelle mani dell’aristocrazia romana. E’ ricordato come uomo semplice e dotato di un notevole senso dell’umorismo. Proprio le sue origini "borghesi" costituiscono una autentica rivoluzione. La sua ascesa rappresentò un evento traumatico e del tutto imprevisto, poiché alla dinastia giulio-claudia, appartenente alla più alta nobiltà repubblicana, succedeva una modesta famiglia del ceto equestre, di origini sabine. Può essere considerato un amministratore di talento, deciso a risanare ad ogni costo il malfermo bilancio statale, anche introducendo nuove tasse, alcune delle quali impopolari. Ma egli aveva un solo scopo: raggiungere se non addirittura superare un bilancio statale di 400 milioni di sesterzi.

Si può dire che Vespasiano sia stato il principale artefice del suo successo. Dopo una lunga e onorata carriera al servizio degli imperatori giulio-claudii nell’ambito dell’amministrazione provinciale e dell’esercito, al momento della morte di Nerone - avvenuta nel 68 d.C. - Vespasiano si trovava in Medio Oriente, al comando dell’esercito incaricato di reprimere la grande rivolta giudaica iniziata nel 66 d.C., che culminerà con la distruzione del tempio di Gerusalemme, fruttando un ricco bottino come rappresentato sull’Arco di Tito, nel Foro.

La scomparsa violenta in un solo anno, il 69 d.C., degli imperatori Galba e Otone, e l’eliminazione di un terzo, Vitellio, da parte dello stesso Vespasiano, gli aprirono la via al potere. Così, in mode del tutto imprevisto, si aprì a Vespasiano la possibilità di diventare il Signore dell’Impero. Acclamato imperatore dall’esercito ad Alessandria, la sua nomina determinò un deciso ridimensionamento del potere gestito dall’aristocrazia senatoria di Roma. Preziosa fu per lui fin dal primo momento la collaborazione del figlio Tito, a cui nel 71 fece attribuire la tribunicia potestas e l’imperium procunsulare, rendendolo di fatto il numero due dell’Impero, anzi, come sottolinea Svetonio, il pilastro e il sostegno del regime.

"Ritornato in città con una fama tale e tanto grande", riferisce Svetonio, "per tutta la durata del suo impero non ritenne nulla più importante del consolidare lo Stato, quasi umiliato e vacillante, e poi di abbellirlo. Realizzò anche nuove opere: il tempio della Pace, vicino al Foro, e quello del Divino Claudio sul Celio, iniziato da Agrippina". La sua opera più celebre resta però "l’Anfiteatro al centro della città", universalmente noto con il nome di Colosseo. Vespasiano però morì prima che la grandiosa costruzione fosse terminata. Toccò al figlio Tito portarla quasi a compimento e soprattutto inaugurarla solennemente con cento giorni di feste e spettacoli, tra cui quelli più amati dal pubblico, i duelli gladiatori.

Proprio in questo monumento diventato in tutto il mondo simbolo della Città Eterna sarà ospitata la grande mostra voluta dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma per ricordare la nascita dell’imperatore Vespasiano avvenuta 2000 anni fa. "Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi" è curata da Filippo Coarelli in collaborazione con la stessa soprintendenza, con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bimillenario e con Electa. Resterà aperta al pubblico dal 27 marzo 2009 al 10 gennaio 2010, per raccontare le gesta degli imperatori flavi: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito (79-81) e del figlio minore Domiziano (81-96). Sotto le poderose arcate del Colosseo sarà possibile ripercorrere la storia di una famiglia che ha così fortemente segnato le vicende dell’impero romano, in un periodo carico di avvenimenti. Come dimenticare che nel primo anno di regno di Tito un terribile cataclisma sconvolse la Campania: l’eruzione del Vesuvio, seppellendo due floride città, Ercolano e Pompei. Il neo eletto imperatore dovette, in quell’occasione, dimostrare tutte le sue qualità di organizzatore, fortunatamente già sperimentate sotto il regno paterno.

Alla mostra del Colosseo si aggiungono due ulteriori sedi espositive, la Curia del Foro, riaperta al pubblico per quest’occasione, e il Criptoportico neroniano, sul Palatino. L’esposizione, inoltre, è completata da un percorso che guida il visitatore alla scoperta dei monumenti flavi: dall’Arco di Tito alla Domus Flavia, dal Tempio del Divo Vespasiano al Tempio della Pace.

Della mostra si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e condotto dalla professoressa Maria Pia Partisani, in onda ogni mercoledì dalle 13 alle 14 e in replica la domenica dalle 9.30 alle 10.30

Per informazioni e visite guidate contattare la Pierreci al numero telefonico 06.39967700, oppure consultare il sito www.pierreci.it

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