A
Vicus Phalacrinae, nel reatino, il 17 novembre del 9 dopo Cristo
nasceva Tito Flavio Vespasiano, che all’età di sessant’anni sarebbe
diventato imperatore e avrebbe cambiato il volto dell’impero romano
dal punto di vista istituzionale ed economico, dando anche un nuovo
impulso all’estensione dei confini. Vespasiano riuscì, con
accortezza e decisionismo, a cambiare le regole della governance
fino ad allora nelle mani dell’aristocrazia romana. E’ ricordato
come uomo semplice e dotato di un notevole senso dell’umorismo.
Proprio le sue origini "borghesi" costituiscono una autentica
rivoluzione. La sua ascesa rappresentò un evento traumatico e del
tutto imprevisto, poiché alla dinastia giulio-claudia, appartenente
alla più alta nobiltà repubblicana, succedeva una modesta famiglia
del ceto equestre, di origini sabine. Può essere considerato un
amministratore di talento, deciso a risanare ad ogni costo il
malfermo bilancio statale, anche introducendo nuove tasse, alcune
delle quali impopolari. Ma egli aveva un solo scopo: raggiungere se
non addirittura superare un bilancio statale di 400 milioni di
sesterzi.
Si può dire che Vespasiano sia stato
il principale artefice del suo successo. Dopo una lunga e onorata
carriera al servizio degli imperatori giulio-claudii nell’ambito
dell’amministrazione provinciale e dell’esercito, al momento della
morte di Nerone - avvenuta nel 68 d.C. - Vespasiano si trovava in
Medio Oriente, al comando dell’esercito incaricato di reprimere la
grande rivolta giudaica iniziata nel 66 d.C., che culminerà con la
distruzione del tempio di Gerusalemme, fruttando un ricco bottino
come rappresentato sull’Arco di Tito, nel Foro.
La scomparsa violenta in un solo
anno, il 69 d.C., degli imperatori Galba e Otone, e l’eliminazione
di un terzo, Vitellio, da parte dello stesso Vespasiano, gli
aprirono la via al potere. Così, in mode del tutto imprevisto, si
aprì a Vespasiano la possibilità di diventare il Signore
dell’Impero. Acclamato imperatore dall’esercito ad Alessandria, la
sua nomina determinò un deciso ridimensionamento del potere gestito
dall’aristocrazia senatoria di Roma. Preziosa fu per lui fin dal
primo momento la collaborazione del figlio Tito, a cui nel 71 fece
attribuire la tribunicia potestas e l’imperium procunsulare,
rendendolo di fatto il numero due dell’Impero, anzi, come sottolinea
Svetonio, il pilastro e il sostegno del regime.
"Ritornato
in città con una fama tale e tanto grande", riferisce Svetonio, "per
tutta la durata del suo impero non ritenne nulla più importante del
consolidare lo Stato, quasi umiliato e vacillante, e poi di
abbellirlo. Realizzò anche nuove opere: il tempio della Pace, vicino
al Foro, e quello del Divino Claudio sul Celio, iniziato da
Agrippina". La sua opera più celebre resta però "l’Anfiteatro al
centro della città", universalmente noto con il nome di Colosseo.
Vespasiano però morì prima che la grandiosa costruzione fosse
terminata. Toccò al figlio Tito portarla quasi a compimento e
soprattutto inaugurarla solennemente con cento giorni di feste e
spettacoli, tra cui quelli più amati dal pubblico, i duelli
gladiatori.
Proprio in questo monumento diventato
in tutto il mondo simbolo della Città Eterna sarà ospitata la grande
mostra voluta dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici
di Roma per ricordare la nascita dell’imperatore Vespasiano avvenuta
2000 anni fa. "Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi" è
curata da Filippo Coarelli in collaborazione con la stessa
soprintendenza, con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del
Bimillenario e con Electa. Resterà aperta al pubblico dal 27 marzo
2009 al 10 gennaio 2010, per raccontare le gesta degli imperatori
flavi: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito (79-81) e del
figlio minore Domiziano (81-96). Sotto le poderose arcate del
Colosseo sarà possibile ripercorrere la storia di una famiglia che
ha così fortemente segnato le vicende dell’impero romano, in un
periodo carico di avvenimenti. Come dimenticare che nel primo anno
di regno di Tito un terribile cataclisma sconvolse la Campania:
l’eruzione del Vesuvio, seppellendo due floride città, Ercolano e
Pompei. Il neo eletto imperatore dovette, in quell’occasione,
dimostrare tutte le sue qualità di organizzatore, fortunatamente già
sperimentate sotto il regno paterno.
Alla mostra del Colosseo si
aggiungono due ulteriori sedi espositive, la Curia del Foro,
riaperta al pubblico per quest’occasione, e il Criptoportico
neroniano, sul Palatino. L’esposizione, inoltre, è completata da un
percorso che guida il visitatore alla scoperta dei monumenti flavi:
dall’Arco di Tito alla Domus Flavia, dal Tempio del Divo Vespasiano
al Tempio della Pace.
Della mostra si parlerà a Nuova
Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista possibile di
"Questa è Roma", il programma ideato e condotto dalla professoressa
Maria Pia Partisani, in onda ogni mercoledì dalle 13 alle 14 e in
replica la domenica dalle 9.30 alle 10.30
Per informazioni e visite guidate
contattare la Pierreci al numero telefonico 06.39967700, oppure
consultare il sito www.pierreci.it