Un
primo teatro in legno, il Nuovo Politeama, fu edificato nella zona
di piazza Cavour nel 1884 da Vergilio Rebacchi, tra le vie Marianna
Dionigi, Pietro Cossa e Pier Luigi da Palestrina. Ospitò, tra le
altre rappresentazioni, il Ballo Excelsior, ma dopo sette mesi dalla
sua costruzione fu distrutto da un rovinoso incendio nel maggio del
1895.
Fu fatto ricostruire in piazza
Cavour, con la spesa di circa un milione di lire, da Rinaldi, Bisini
e Gallas su progetto dell’ingegnere Paolo Rinaldi coadiuvato da
Luigi Rolland. Fu inaugurato il 10 giugno 1898 con La Gioconda
di Amilcare Ponchielli, diretta da Mascheroni, interpreti
principali la De Frate e il Gregoretti. Capace di cinquemila
spettatori, venne chiamato fino all’anno successivo Politeama
Adriano.
Il teatro era in parte in muratura e
in parte in cemento armato, materiale all'epoca all'avanguardia in
campo edilizio. La sala a ferro di cavallo, molto vasta, era
sormontata da due ordini di palchi, una galleria e un loggione: il
soffitto affrescato riproduceva l'immagine dell'imperatore Adriano.
Alessandro Bazzani decorò la volta con i ritratti dei musicisti più
noti del tempo, Leonida Liverani dipinse il sipario e Gaetano
Brunacci il resto della sala, il foyer e il vestibolo. Vi
erano anche dei posti riservati al solo ascolto.
Nel complesso lo stabile era molto
curato e lussuoso, destinato a ospitare eventi di varia natura. Fu
per tutta la prima metà del ‘900 il più capiente fra i teatri di
Roma e vide rappresentate sulle sue scene, oltre ad opere liriche e
balli, commedie e drammi in prosa, esecuzioni di operette e
zarzuelas (opere lirico-drammatiche spagnole) e perfino
spettacoli di circhi equestri. Nei suoi primi anni di vita l’Adriano
offriva, in primavera e in autunno, stagioni liriche di un certo
rilievo, in cui furono rappresentate opere moderne ancora inedite
per Roma, tra cui Il Signor de Pourceaugnac del Franchetti,
Fedora e Marcella di Giordano, Bohème e Zazà
di Leoncavallo, La falena di Smareglia, Cendrillon
e Werther di Massenet, Guglielmo Ratcliff di
Mascagni. Sansone e Dalila di Saint-Saëns, Francesca da
Rimini di Cagnoni. Per alcuni anni vi si tennero esclusivamente
le stagioni di concerti che prima si svolgevano all’Augusteo.
Fu in questo teatro che nel 1905
Pietro Mascagni fece il suo esordio come direttore delle proprie
opere.
Dopo una prima trasformazione come
sala concerti - vi tennero dal 1936 quelli dell’orchestra
dell’Accademia di S. Cecilia – il teatro nel 1950 subì pesanti
modifiche. L’edificio venne suddiviso in due sale cinematografiche:
l’Ariston - ricavato sull’area del palcoscenico di ben 700 metri
quadrati, con ingresso su via Cicerone - e l’Adriano che conservava
l’unità della platea e dei palchetti con accesso dal lato di piazza
Cavour.
Nonostante i lavori che avevano
ridotto di molto lo spazio in sala, domenica 27 e lunedì 28 giugno
1965 sul palco dell’Adriano – con la scenografia di un unico
riflettore - si esibirono in quattro concerti i Beatles (nella foto
a destra). Un evento ancora vivo nella memoria dei romani: appena
una decina di giorni fa, un biglietto d’ingresso a uno dei concerti
è stato acquistato su e-bay per 226 euro.
Sul finire degli anni '90, a seguito
di profondi lavori che comportarono la demolizione di tutte le
strutture interne di entrambe le sale cinematografiche, l'intero
stabile venne trasformato nella Multisala Adriano, dotato di ben 10
sale di proiezione.
La ristrutturazione ha cancellato
definitivamente l’originaria struttura interna. Uniche vestigia
dell’antico teatro sono le pareti esterne. La facciata, ad ampio
sviluppo orizzontale, è quella originale. Presenta un avancorpo
centrale coronato da un frontone ed è scandita da due ordini di
arcate, su pilastri al pianterreno in corrispondenza delle entrate e
su colonne a quello successivo a fianco delle vetrate.
L’Adriano è stato spesso utilizzato,
anche, come sede di eventi e manifestazioni politiche.
Della storia del cinema Adriano si
parlerà a Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista
possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e condotto da
Maria Pia Partisani, in onda ogni mercoledì dalle 13 alle 14 e in
replica la domenica dalle 9.30 alle 10.30.