"Nella
critica dell’arte e degli spazi scenici di Eugenio Battisti non ci
sono solo le figure umane, ma anche tutto ciò che è associato ad
esse: oggetti, luci, colori, simboli, icone, gesti. Parlare di arte
figurativa sarebbe riduttivo; la storia dell’arte è stata per lui
anche storia delle ‘scene di vita’ che, miracolosamente, i
capolavori del passato ci trasmettono ai nostri giorni". Così il
figlio Francesco Maria Battisti e la moglie Giuseppa Saccaro Del
Buffa riescono a tracciare, con vive e intense pennellate, l’impegno
di Eugenio Battisti nello studio dell’azione scenica e della
cinesica, impegno che si è protratto negli anni, dalla fine della
seconda guerra mondiale fino al 1989, e ha spaziato dalla commedia
alla tragedia, dalle sacre rappresentazioni alle opere buffe, dalla
Poetica di Aristotele alle sperimentazioni contemporanee.
Ne è nata una serie di articoli,
molti fino a oggi inediti, raccolta dalla moglie e dal figlio nel
volume "Arte, teatro, società" (Vecchiarelli editore, 404 pagine, 40
euro), presentato nei giorni scorsi presso il Teatro Ateneo
dell’Università "La Sapienza": un libro da leggere e rileggere, da
assaporare con calma per apprezzare la formidabile dialettica
interdisciplinare di Eugenio Battisti, la sua capacità di far
scattare geniali cortocircuiti tra gestualità della pittura di
Botticelli, Giorgione o Michelangelo e i movimenti teatrali o di
danza.
Il 30 gennaio scorso, quando il
volume era praticamente concluso, Francesco Maria Battisti,
Ordinario di Sociologia Generale presso l’Università di Cassino, è
venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, dei suoi allievi e di
quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzare la sua
immensa cultura, ma anche la sua straordinaria umanità e la sua
innata capacità di comunicare entusiasmo per l’indagine di ogni
aspetto della società.