A
ben 300 anni dalla sua collocazione nella sala del Fauno del Palazzo
Nuovo in Campidoglio, la grande lastra di bronzo detta "lex de
imperio Vespasiani" o "lex Regia" stamattina verrà staccata dalla
parete per essere avviata al restauro: un evento, promosso dalla
Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, che riveste
un’importanza particolare. Si tratta, infatti, di un documento
eccezionale per dimensioni, per modalità di realizzazione e per
rilevanza storica. Misura un metro e 64 centimetri di altezza, un
metro e 13 di larghezza ed il testo è fuso e non inciso. La lastra
accoglie la nota iscrizione del I sec. d.C. che sancisce i poteri
dell’imperatore Vespasiano. Ma quello che si chiedono con più
interesse archeologi e restauratori è che cosa ci sia sul retro
della tavola bronzea: tracce di lavorazione o di incisione di età
romana, o magari tracce del suo impiego nel Medioevo, quando papa
Bonifacio VIII la utilizzava, capovolta, come mensa d’altare?
L’esame del retro consentirà di acquisire dati utili per la
comprensione dell’opera e per ulteriori ipotesi circa l’antica
collocazione, finora ignota, dell’importante testimonianza. La
tavola non sarebbe mai andata perduta. Si doveva trovare presso San
Giovanni in Laterano e fu resa celebre da Cola di Rienzo, che nel
1347 ne spiegò ai Romani il testo latino, usandola impropriamente
quale esempio di forza del senato romano e del popolo nel
conferimento del potere all’imperatore. Il tribuno l’avrebbe poi
fatta murare in una parete della basilica, con attorno un affresco
raffigurante il Senato romano.
Dopo il distacco dalla parete, avrà
inizio il lavoro di restauro della lastra iscritta, grazie al
sostegno della Fondazione "Città Italia", che ha inserito questo
lavoro nell’ambito degli interventi programmati in diverse città
italiane per la quinta edizione delle Giornate dell’Arte.