Si stacca oggi dal muro dei Musei Capitolini la "Lex de Imperio Vespasiani"

Un documento che ha ancora molto da raccontare

di Alessandro Venditti

A ben 300 anni dalla sua collocazione nella sala del Fauno del Palazzo Nuovo in Campidoglio, la grande lastra di bronzo detta "lex de imperio Vespasiani" o "lex Regia" stamattina verrà staccata dalla parete per essere avviata al restauro: un evento, promosso dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, che riveste un’importanza particolare. Si tratta, infatti, di un documento eccezionale per dimensioni, per modalità di realizzazione e per rilevanza storica. Misura un metro e 64 centimetri di altezza, un metro e 13 di larghezza ed il testo è fuso e non inciso. La lastra accoglie la nota iscrizione del I sec. d.C. che sancisce i poteri dell’imperatore Vespasiano. Ma quello che si chiedono con più interesse archeologi e restauratori è che cosa ci sia sul retro della tavola bronzea: tracce di lavorazione o di incisione di età romana, o magari tracce del suo impiego nel Medioevo, quando papa Bonifacio VIII la utilizzava, capovolta, come mensa d’altare? L’esame del retro consentirà di acquisire dati utili per la comprensione dell’opera e per ulteriori ipotesi circa l’antica collocazione, finora ignota, dell’importante testimonianza. La tavola non sarebbe mai andata perduta. Si doveva trovare presso San Giovanni in Laterano e fu resa celebre da Cola di Rienzo, che nel 1347 ne spiegò ai Romani il testo latino, usandola impropriamente quale esempio di forza del senato romano e del popolo nel conferimento del potere all’imperatore. Il tribuno l’avrebbe poi fatta murare in una parete della basilica, con attorno un affresco raffigurante il Senato romano.

Dopo il distacco dalla parete, avrà inizio il lavoro di restauro della lastra iscritta, grazie al sostegno della Fondazione "Città Italia", che ha inserito questo lavoro nell’ambito degli interventi programmati in diverse città italiane per la quinta edizione delle Giornate dell’Arte.

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