Era collegato al Colosseo tramite una galleria sotterranea

Il Ludus Magnus, caserma dei gladiatori

di Antonio Venditti

 

Di fronte al Colosseo, tra via Labicana e via di San Giovanni in Laterano, c’è una piccola area archeologica che a primavera avanzata si riempie di ranuncoli gialli e di rossi papaveri: è il Ludus Magnus, la caserma dove i gladiatori vivevano e sui allenavano, preparandosi ai combattimenti spesso mortali che li vedevano protagonisti. Conosciuto dalle fonti antiche e dalla Forma Urbis, la pianta marmorea di Roma dell’epoca di Settimio Severo, fu riportato parzialmente alla luce solo con gli scavi del 1937 prima e del 1959-61 poi. Era stato costruito dall’imperatore Domiziano (81 – 96), insieme ad altri edifici di servizio per l’Anfiteatro Flavio, cui era collegato tramite una galleria sotterranea con le pareti originariamente in blocchi di travertino e poi in opera laterizia, il cui ingresso, largo poco più di due metri, poteva essere chiuso per mezzo di una grata.

In un corpo di fabbrica a tra piani e con pianta rettangolare erano sistemati gli alloggi dei gladiatori e gli ambienti di servizio, che si affacciavano su un cortile porticato. L’accesso monumentale alla caserma era dalla parte della via Labicana.

Il complesso era dotato persino di un’arena di forma ellittica, per le esercitazioni dei gladiatori, posta al centro del cortile e circondata da una piccola cavea, rivestita esternamente di marmo e capace di contenere circa 3 mila spettatori e dotata persino di una tribuna d’onore per le autorità, sistemata sul lato nord, all’altezza dell’ingresso principale. L’accesso alle gradinate avveniva tramite quattro scale addossate al muro esterno, mentre si poteva raggiungere l’arena attraverso gli ingressi posti sugli assi principali.

In ogni angolo del quadriportico c’era una fontanina di forma triangolare, costruita con nucleo in calcestruzzo rivestito esternamente di mattoni, coperti a loro volta da lastre di marmo.

Gli scavi hanno anche restituito frammenti di epigrafi, oltre ad alcuni resti di rivestimenti marmorei e di elementi architettonici. Il Ludus Magnus fu interessato da modifiche e restauri fino dal II secolo d. C., quando Traiano (98 – 117) fece rialzare l’intero complesso e ricostruire parzialmente la cavea. I combattimenti dei gladiatori vennero per sempre aboliti da Onorio intorno alla metà del V secolo e da quell’epoca iniziò l’abbandono dell’edificio. Tutta l’area si riempì di chiese e proprio ai lati della strada che metteva in comunicazione il Colosseo con il Ludus si impiantò persino un piccolo cimitero.

Originariamente le caserme nei pressi del Colosseo erano cinque. Oltre al Ludus Magnus, c’erano il Dacicus, il Gallicus e il Matutinus, dove avevano alloggio i gladiatori che combattevano con gli animali feroci e che doveva il suo nome al fatto che questo tipo di spettacoli aveva luogo di mattina. Del Ludus Dacicus sono stati individuati alcuni resti a sud del Ludus Magnus, verso la Domus Aurea, mentre Filippo Coarelli aveva proposto di identificare il Ludus Matutinus in alcune strutture, oggi non più visibili, che si trovavano verso le pendici del Celio. Nei pressi dell’attuale Basilica di San Clemente dovevano essere i Castra Misenatium, ossia la caserma dei marinai della flotta di Capo Miseno, incaricati di avvolgere e svolgere il velarium, la grande tenda che proteggeva gli spettatori del Colosseo dai cocenti raggi del sole. Il Summum Choragium, fabbrica e deposito degli apparati scenici per gli spettacoli dell’Anfiteatro era probabilmente nell’area ove sorge l’esattoria comunale di via dei Normanni. Più vicino al Celio doveva trovarsi il Saniarium o Sanitorium, l’ospedale in cui trovavano ricovero i gladiatori feriti. Sempre nei pressi del Celio si trovavano anche l’Armamentarium. magazzino per le armi dei gladiatori e lo Spoliarum, dove venivano spogliati i corpi dei gladiatori che perdevano la vita durante i combattimenti nell’arena.

L’argomento sarà trattato a "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni domenica mattina, dalle 9.30 alle 10.30, su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

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