Un’antica manifestazione per celebrare il solstizio d’estate

La Festa delle Lumache di San Giovanni

Annalisa Venditti

La ricorrenza di San Giovanni è certo una delle più sentite dal popolo romano. Già nel 1782 c’era l’usanza di festeggiare il solstizio d’estate nello spazio antistante la Basilica patriarcale del rione Monti, che diveniva il vero centro della città. Qui i romani si incontravano per  rendere omaggio al Santo, ma anche per ballare, cantare, comperare le erbe dai venditori ambulanti e soprattutto fare grandi mangiate. Ben presto il piatto della festa sono diventate le lumache, facili da trovare dopo le grandi piogge che hanno così rafforzato il legame con l'acqua e con il battesimo che fa nascere una nuova vita. Oltre alle lumache una delle tradizioni più consolidate era quella di raccogliere erbe comuni, o erbe giovinacee,  che nella notte del 24 dovevano caricarsi  di virtù prodigiose. Fra queste c'erano anche le cosiddette erbe di San Giovanni, con aglio e cipolle al posto d'onore, per il potere contro streghe e malefici che si attribuiva loro. Nessuno, durante questa notte, osava uscire di casa senza essersi munito di uno spicchio d'aglio, che veniva coltivato principalmente sul cosiddetto Monte Cipollario, un'altura che sorgeva tra la basilica di S. Giovanni e quella di Santa Croce, spianata da Benedetto XIV nel XVIII secolo. Qui si teneva anche un corteo, i cui partecipanti sfilavano adorni di festoni di agli e cipolle che potevano essere acquistati nel grande mercato delle erbe che si teneva nella zona il giorno della vigilia. 

Altro elemento  caratteristico della festa di S. Giovanni è il festival della canzone popolare, la cui prima edizione si ebbe nel 1891, per iniziativa di Pietro Cristiano, libraio olandese che propose al proprietario dell'osteria "Facciafresca", appena fuori porta S. Giovanni, di ospitare la manifestazione.  Una storia lunghissima che si è interrotta vent'anni fa e che ora si è ripetuta sabato e domenica scorsi, in un primo tentativo, come ha spiegato Monsignor Ottavio Petroni, "per rinverdire i fasti del passato di una tradizione che vuol vedere Roma apparire di nuovo. La festa delle lumache vuole dare il senso della purificazione, dell'accoglienza e dell'ospitalità che può dare una città come Roma a tutti i cittadini del mondo che arrivano nella città eterna. Questa è una città spirituale, e le lumache possono diventare di nuovo il simbolo per scacciare tutte le negatività che ci circondano". La Festa delle Lumache 2008, dal suggestivo titolo "Perdonamose", è stata una due giorni di eventi di ogni genere. I visitatori hanno potuto apprezzare la gastronomia con lumache ed erbe giovinacee, ma anche musica, canti, poesia, concerti con la Band di Demo Morselli e del cantautore Lando Fiorini, lo spettacolo con i Ragazzi di Amici.

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