A
partire dal Cinquecento la città eterna fu interessata da una
imponente politica immobiliare: vennero costruiti palazzi in città e
ville nella Campagna Romana, i vecchi castelli nei feudi furono
ristrutturati. Artefice del cambiamento non fu solo la vecchia
nobiltà terriera - rappresentata da famiglie come i Colonna, i
Savelli, gli Orsini - ma anche e soprattutto dalla nuova
aristocrazia di censo legata al papato, quasi sempre non romana: fu
proprio questa che anche a Roma patrocinò le più prestigiose imprese
urbanistiche ed edilizie. I privilegi nepotistici portavano alla
rapida affermazione dei congiunti di un pontefice che trovavano
ampio spazio nella gestione del potere, ma innescavano anche un
processo evolutivo fatto di periodici avvicendamenti con la fine di
un pontificato e la conseguente temporanea caduta in disgrazia di
una famiglia. Tutto ciò favoriva una committenza artistica sempre
nuova e mutevole, dato che il nuovo ruolo sociale assunto dai nuovi
potentati era strettamente concatenato alla necessità di approntare
degne dimore in città e in campagna, con il conseguente
coinvolgimento di architetti, artisti e pittori nella loro
realizzazione e decorazione.
Molte di queste opere,
come dipinti e arredi, sono state conservate anche grazie al ruolo
fondamentale assunto ai nostri giorni dal collezionismo privato, che
ha contribuito a riportare a Roma e in Italia dipinti e arredi
reperiti sul mercato d’arte internazionale. Tali opere, come nel
caso della Collezione Lemme, spesso vanno a confluire nel patrimonio
pubblico, come dimostra la recente donazione di 128 dipinti al
Palazzo Chigi di Ariccia.
Per chi volesse
approfondire uno degli aspetti più interessanti e ricchi del
patrimonio artistico della Capitale, si apre oggi a Roma, nella
splendida cornice di Palazzo Incontro, in via dei Prefetti 22, la
mostra "Dalle Collezioni Romane – Dipinti e arredi in dimore
nobiliari e raccolte private, XVI – XVIII sec.", inaugurata ieri
pomeriggio dal Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra.
In
esposizione una preziosa antologia di opere d’arte inedite o poco
note al pubblico, eseguite tra il ‘500 e il ‘700, provenienti dalle
raccolte dell’aristocrazia romana (Aldobrandini, Chigi, Sacchetti,
Boncompagni Ludovisi, Marignoli) e da collezioni private romane.
Dipinti, ritratti, sculture, parati, abiti d’epoca e arredi, ma
anche vedute di dimore e feudi di famiglia, in una panoramica di
grande suggestione, un vero e proprio "sguardo sul privato". Il
percorso espositivo comprenderà quindi una delle stagioni più
innovative e dirompenti, quella del Barocco romano, che, grazie
soprattutto al genio di tre artisti ineguagliabili, Bernini,
Borromini e Pietro da Cortona, fin dai primi anni del Seicento
imponeva la sua forza rivoluzionaria e dirompente all’Europa e al
resto del mondo. Una forza che però traeva linfa vitale dalle
tradizioni del passato, come dimostra lo splendido "Nudo virile" del
Bernini, un dipinto in cui le possenti forme di un giovane
dimostrano l’attento studio della scultura antica effettuato
dall’artista.
Sono presenti in
mostra dipinti di Ottavio Leoni, del Cavalier d’Arpino, Guercino,
Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Giovan Francesco Romanelli,
Carlo Maratta, Mattia Preti, Luca Giordano, Trevisani, Marco
Benefial, Antonio Cavallucci, sculture di Alessandro Algardi,
Girolamo Lucenti, Bernardo Fioriti, paesaggi di Hendrick Van Lint,
Jan Frans van Bloemen, vari rari oggetti di arte decorativa romana
ai più alti livelli.
L’esposizione offre
anche ampio spazio al collezionismo privato romano, particolarmente
attivo e vivace in tutti i settori delle arti figurative.
La Manifestazione è
patrocinata dalla Presidenza della Provincia di Roma e ideata e
organizzata dal Centro Europeo per il Turismo Sport e Spettacolo.
Ingresso libero, dal
martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19.