Una mostra ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo

Opere d’arte e tesori delle collezioni romane

di Antonio Venditti

 

A partire dal Cinquecento la città eterna fu interessata da una imponente politica immobiliare: vennero costruiti palazzi in città e ville nella Campagna Romana, i vecchi castelli nei feudi furono ristrutturati. Artefice del cambiamento non fu solo la vecchia nobiltà terriera - rappresentata da famiglie come i Colonna, i Savelli, gli Orsini - ma anche e soprattutto dalla nuova aristocrazia di censo legata al papato, quasi sempre non romana: fu proprio questa che anche a Roma patrocinò le più prestigiose imprese urbanistiche ed edilizie. I privilegi nepotistici portavano alla rapida affermazione dei congiunti di un pontefice che trovavano ampio spazio nella gestione del potere, ma innescavano anche un processo evolutivo fatto di periodici avvicendamenti con la fine di un pontificato e la conseguente temporanea caduta in disgrazia di una famiglia. Tutto ciò favoriva una committenza artistica sempre nuova e mutevole, dato che il nuovo ruolo sociale assunto dai nuovi potentati era strettamente concatenato alla necessità di approntare degne dimore in città e in campagna, con il conseguente coinvolgimento di architetti, artisti e pittori nella loro realizzazione e decorazione.

Molte di queste opere, come dipinti e arredi, sono state conservate anche grazie al ruolo fondamentale assunto ai nostri giorni dal collezionismo privato, che ha contribuito a riportare a Roma e in Italia dipinti e arredi reperiti sul mercato d’arte internazionale. Tali opere, come nel caso della Collezione Lemme, spesso vanno a confluire nel patrimonio pubblico, come dimostra la recente donazione di 128 dipinti al Palazzo Chigi di Ariccia.

Per chi volesse approfondire uno degli aspetti più interessanti e ricchi del patrimonio artistico della Capitale, si apre oggi a Roma, nella splendida cornice di Palazzo Incontro, in via dei Prefetti 22, la mostra "Dalle Collezioni Romane – Dipinti e arredi in dimore nobiliari e raccolte private, XVI – XVIII sec.", inaugurata ieri pomeriggio dal Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra.

In esposizione una preziosa antologia di opere d’arte inedite o poco note al pubblico, eseguite tra il ‘500 e il ‘700, provenienti dalle raccolte dell’aristocrazia romana (Aldobrandini, Chigi, Sacchetti, Boncompagni Ludovisi, Marignoli) e da collezioni private romane. Dipinti, ritratti, sculture, parati, abiti d’epoca e arredi, ma anche vedute di dimore e feudi di famiglia, in una panoramica di grande suggestione, un vero e proprio "sguardo sul privato". Il percorso espositivo comprenderà quindi una delle stagioni più innovative e dirompenti, quella del Barocco romano, che, grazie soprattutto al genio di tre artisti ineguagliabili, Bernini, Borromini e Pietro da Cortona, fin dai primi anni del Seicento imponeva la sua forza rivoluzionaria e dirompente all’Europa e al resto del mondo. Una forza che però traeva linfa vitale dalle tradizioni del passato, come dimostra lo splendido "Nudo virile" del Bernini, un dipinto in cui le possenti forme di un giovane dimostrano l’attento studio della scultura antica effettuato dall’artista.

Sono presenti in mostra dipinti di Ottavio Leoni, del Cavalier d’Arpino, Guercino, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Giovan Francesco Romanelli, Carlo Maratta, Mattia Preti, Luca Giordano, Trevisani, Marco Benefial, Antonio Cavallucci, sculture di Alessandro Algardi, Girolamo Lucenti, Bernardo Fioriti, paesaggi di Hendrick Van Lint, Jan Frans van Bloemen, vari rari oggetti di arte decorativa romana ai più alti livelli.

L’esposizione offre anche ampio spazio al collezionismo privato romano, particolarmente attivo e vivace in tutti i settori delle arti figurative.

La Manifestazione è patrocinata dalla Presidenza della Provincia di Roma e ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo Sport e Spettacolo.

Ingresso libero, dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19.

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