Una storia millenaria raccontata in un volume di Electa

Il Tempio di Giove sul Campidoglio

di Cinzia Dal Maso

 

L’apertura, avvenuta nel 2005, delle nuove sale dei Musei Capitolini, ha permesso a romani e turisti di ammirare i resti del tempio di Giove Capitolino, il più importante monumento sacro della Roma antica, edificato nella seconda metà del VI secolo a.C. Si tratta una porzione di fondazioni conservata fino al piano di calpestio originario e di alcuni settori della platea e della fossa di fondazione, dal momento che l’alzato è andato completamente distrutto.

Per chi ne volesse conoscere la storia e le varie trasformazioni avvenute durante i secoli, Electa propone il volume "Il Tempio di Giove e le origini del Colle Capitolino" (72 pagine, 85 illustrazioni, 30 euro), che inaugura la collana dei Quaderni Capitolini diretta da Claudio Parisi Presicce.

Il ricco apparato illustrativo del volume permette di ricostruire il tempio nei suoi caratteri architettonici e nelle sue decorazioni, soprattutto per quanto riguarda l’impianto di età arcaica. Vengono passate in rassegna le principali vicende del monumento, dagli incendi e dai rifacimenti dell’età imperiale ai secoli dell’abbandono e della riscoperta, insieme ai risultati degli scavi realizzati tra il 1998 e il 2002 che hanno aggiunto nuovi dati oltre a rimettere in luce resti già scoperti in passato.

È così possibile apprezzare i principali elementi architettonici emersi, il poderoso muro di fondazione del limite orientale del tempio e i setti interni, ma anche comprendere le modalità costruttive più antiche.

Per la prima volta viene presentato in uno stile divulgativo e non riservato ai soli specialisti il più antico insediamento del Campidoglio, i cui resti sono tornati alla luce nell’area del Giardino Romano, ora occupata dall’esedra che accoglie la statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio.

Avanzi di opere di terrazzamento e di sistemazioni delle superfici datate all’età del bronzo recente, insieme a frammenti di vasi d’impasto plasmato a mano risalenti a periodi ancor più antichi, indicano che il Colle Capitolino è stato occupato senza soluzione di continuità a partire dal XVI secolo a.C. La presenza di sepolture collocabili tra l’inizio dell’età del ferro e il periodo arcaico, insieme a tracce di attività industriali legate alla lavorazione del ferro, costituisce un ulteriore tassello nella ricostruzione delle vicende del Colle Capitolino, che rivestì un ruolo centrale nella vita religiosa dell’antica Roma.

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