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Il Museo di via Marmorata racconta la lunga storia dei pompieri

"Roma città del Fuoco": duemila anni di coraggio

di Cinzia Dal Maso

 

Si trova nel cuore di Testaccio e racconta una storia bimillenaria di dedizione, sacrificio, coraggio e altruismo: è il Museo "Roma città del Fuoco", una realtà piuttosto giovane, inaugurata poco più di 5 anni fa, il 18 aprile del 2002.

E’ ospitato nei sotterranei della palazzina di via Marmorata 15, sede del distaccamento Ostiense dei Vigili del Fuoco, realizzata nel 1928 su progetto dell’architetto Orseolo Fasolo, uno dei principali allievi di Marcello Piacentini.

Ai visitatori dello spazio museale viene proposto - attraverso una successione di raffigurazioni tematiche e storico-scenografiche - un affascinante viaggio attraverso il tempo, alla scoperta dello sviluppo dell'organizzazione del soccorso nella città di Roma, dall'antichità ai nostri giorni.

Si parte dalla prima epoca imperiale, quando Augusto, nel I secolo d. C., divise Roma in 14 circoscrizioni e fondò la Militia Vigilum, un contingente di circa settemila uomini diviso in sette coorti, a capo del quale fu posto un Praefectus Vigilum. A ogni coorte vennero affidate due delle 14 regioni cittadine. I vigili non si occupavano solo del presidio antincendi, ma costituivano anche un eccezionale strumento di repressione della criminalità. Nel museo è ricostruito in chiave pittorico-scenografica l’atrio dell’Excubitorium della VII coorte dei Vigili, un distaccamento rinvenuto nel 1886 a Trastevere e ancora visitabile. Un’ambientazione è dedicata anche a uno degli episodi più tragici della città antica, il furioso incendio che scoppiò nella notte tra il 19 e il 20 luglio del 64 d. C., durante il regno di Nerone, e devastò il centro della città, protraendosi per nove giorni.

Un grande quadro ricorda l’incendio di Borgo dell’847, che era arrivato a minacciare la stessa Basilica di San Pietro e secondo una pia tradizione sarebbe stato fermato dal pontefice Leone IV, gettando tra le fiamme i paramenti sacri e impartendo la sua benedizione al popolo atterrito: riferimento a un periodo particolarmente oscuro dell’organizzazione della città. Nel Medioevo, infatti, del perfetto apparato antincendio imperiale non rimase traccia e il popolo aveva ben poche armi da opporre alla furia devastatrice del fuoco, oltre alla fede in Dio.

Altro terribile momento rievocato nell’esposizione è il Sacco di Roma a opera dei Lanzichenecchi di Carlo V, che nel 1527 misero a ferro e fuoco la città, mentre il pontefice Clemente VII era riuscito fortunosamente a rifugiarsi a Castel Sant’Angelo, con una precipitosa fuga attraverso il Passetto.

In una sala è ricostruito il memorabile spegnimento dell’incendio scoppiato nel 1734 presso piazza del Popolo, per cui si rese necessario l’intervento dei cannonieri di Castel Sant’Angelo, che da piazza dell’Oca lanciarono potenti scariche di artiglieria, riuscendo finalmente a creare una trincea per arginare le fiamme. Proprio in seguito a questo episodio, nel 1739 fu elaborata la prima disposizione di un corpo pompieristico organizzato in squadre. Ne è testimonianza, nel percorso espositivo, l’editto del monsignor Filippo Bondelmonte, "Ordini e Previsioni, che dovranno osservarsi, nell’Alma Città di Roma per poter dare un sollecito riparo agli incendi che (Dio guardi) potessero in essa accedere".

La preziosa opera dei Vigili del Fuoco non è legata solo ad avvenimenti funesti, come prova la serena ambientazione nella piazza di Spagna nel 1857, anno in cui Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione e affidò agli addetti ai servizi antincendi papalini il delicato compito di innalzare l’imponente colonna Mariana di marmo cipollino sul grande basamento in piazza Mignanelli. Il corpo è rimasto legato al monumento e ancora ogni anno, l’8 dicembre, sono i pompieri con una lunghissima scala a raggiungere la statua della Vergine per ornarla di una corona di fiori.

Tra un’ambientazione e l’altra, sono esposti vari cimeli storici, che vanno dalle asce del Cinquecento e del Seicento a più recenti attrezzi da lavoro, divise, armi, maschere antigas e carrozze, tra cui quella a cavalli in uso tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che permetteva di prelevare l’acqua da invasi e mandarla in pressione nelle manichette.

Ai primi del Novecento risale la bicicletta con tanto di manichetta in canapa munita di raccordo per il gruppo pompa che si trovava su un carro trainato da cavalli.

Uno spazio è riservato agli orrori della guerra, al bombardamento che sconvolse il quartiere di San Lorenzo nel 1943, esattamente il 19 luglio, data infausta in cui era scoppiato, 1879 anni prima, l’incendio neroniano. Appena cessati i bombardamenti, i Vigili del Fuoco organizzarono i soccorsi. Anche Pio XII si portò sul posto a bordo di una Fiat Topolino e con la bianca veste sporca di sangue invitò la popolazione atterrita a recitare il Pater Noster.

Una sezione del museo è dedicata all’odierna organizzazione del servizio antincendio, con spazi riservati agli specialisti del corpo: i sommozzatori, gli elicotteristi, il servizio speleo-alpino-fluviale. Una ricostruzione scenico-pittorica notturna riproduce la concitata realtà di un’operazione di soccorso di cittadini coinvolti nell’incendio di un appartamento, evento purtroppo piuttosto comune in città. In una irreale luce fredda e abbagliante sono riprodotte le conseguenze devastatrici di un terremoto. Tra le macerie disseminate di oggetti della vita di ogni giorno un gruppo di pompieri lavora alacremente per recuperare le vittime e porre in salvo i sopravvissuti.

Il museo ha una comoda sala multimediale dotata di postazioni interattive e per la proiezione di filmati, adatta soprattutto alla didattica sulla prevenzione di incendi in campo domestico.

Non manca nemmeno un piano di lavoro attrezzato a laboratorio scientifico, dove chi lo desidera può praticare esperimenti per conoscere i fenomeni basilari della combustione.

Il museo è aperto, con ingresso gratuito, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, ma si consiglia di prenotare la visita telefonando al numero 06.5746808.

Della sezione romano imperiale del Museo si parlerà a "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni domenica mattina, dalle 9.30 alle 10.30, su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

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