Le mille facce di Eros, la forza dell’amore

Fino al 16 settembre il mito rivive in una grande mostra al Colosseo

 

.

di Antonio Venditti

Nell’Olimpo greco, Eros è un dio dalla figura non perfettamente definita: è entità cosmica primordiale, principio animatore e ordinatore dell’universo, incarnazione della potenza dell’amore, costruttore di relazioni sociali, allegoria metaforica e religiosa.

Una nuova mostra fino al 16 settembre al Colosseo ci invita a indagare i suoi diversi, e a volte contrastanti, aspetti, anche grazie ad opere celebri come l’Eros arciere dei Musei Capitolini - una delle migliori copie della statua scolpita da Lisippo per il santuario del dio a Tespie - o la splendida Afrodite accovacciata dal Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, da cui emerge viva la sensualità della dea.

L’esposizione si apre proprio con la riflessione sul rapporto tra Eros, forza astratta e irresistibile, e Afrodite, la divinità che rappresenta ed evoca l’unione e il godimento sessuale.

La frequenza con cui i lirici e i tragici greci evocano Eros e i ceramisti attici lo raffigurano, prova la centralità del dio all’interno di una società in cui le relazioni erotiche hanno una gran parte anche nella formazione etico-sociale dell’individuo: in esposizione le due kylikes attiche a figure rosse dal Museo archeologico nazionale di Firenze con esplicite scene erotiche, oppure lo skyphos attico dal Museo archeologico nazionale di Taranto con giovani atleti nel ginnasio; rapporti eterosessuali o matrimoni compaiono invece nel piatto apulo dal Museo etrusco di Villa Giulia, nonché in un gruppo fittile di figurine a banchetto del Museo del Louvre.

Nel IV secolo a.C., forse grazie alle riflessioni fatte nei contesti tragici, il significato di Eros acquista una connotazione più filosofica e prende forma nel flessuoso giovinetto scolpito da Prassitele, per giungere alla teoria platonica vera e propria che lo fa un "demone" intermediario tra gli dèi e l’uomo, una forza perpetuamente insoddisfatta, destinata a colmare la lontananza dell’uomo dall’idea eterna. E poiché il filosofo dichiara che la contemplazione della bellezza ideale, sollecitata da Eros, è superiore all’adesione alla seduzione sensuale, il cosiddetto Amore platonico è diventato, nel linguaggio corrente, modello di un sentimento che non implica il rapporto fisico.

Ancora in un dialogo di Platone, il Fedro, troviamo la prima interpretazione del mito di Eros e Psiche come allegoria del percorso dell’anima fino all’unione con l’amore divino, esemplificato dal gruppo di Amore e Psiche del Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps e da un piccolo Eros che abbraccia Psiche dal Louvre.

Dal IV secolo a.C. il giovane efebo tende a divenire il putto che si moltiplica nelle scene e nei contesti più diversi, spesso con una valenza per lo più decorativa, come si vede nel sarcofago ‘nilotico’ del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano.

Dell’argomento si parlerà nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

 

© 2003 - Grafica e layout  sono di esclusiva proprietà di www.specchioromano.it

WWW.SPECCHIOROMANO.IT - Rivista telematica di Cultura
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 / 2013 del 25 settembre 2013
Copyright 2003-2021 © Specchio Romano  - webmaster Alessandro Venditti

Contatore siti