Torna a funzionare l’orologio del Pincio

L’Idrocronometro di padre Embriaco è stato sottoposto a un radicale restauro

di Cinzia Dal Maso

 

E’ stato rimesso in moto, dopo un laborioso restauro iniziato nel settembre 2005, l’antico Idrocronometro del Pincio. Con una cerimonia presieduta dal Sindaco di Roma Walter Veltroni, è stato restituito ai tanti passanti, curiosi e visitatori di Villa Borghese il prezioso orologio ad acqua, vero e proprio gioiello di fisica applicata all’idraulica e alla meccanica, che aveva scandito il tempo per una quarantina d’anni a partire dal 6 ottobre 1873, prima che l’usura e la trascuratezza ne interrompessero il funzionamento.

Il delicato restauro del meccanismo dell’orologio è stato possibile grazie all’intervento del Centro ELIS (Educazione Lavoro Istruzione Sport) sotto la supervisione della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma. L’idrocronometro sarà da ora in poi manutenuto - grazie all’interessamento di Pierluigi Bartolomei, preside del Centro ELIS - senza alcun onere per l’amministrazione comunale capitolina.

Come scrive Claudio Impiglia, "La fontana dell’idrocronometro è opera del sacerdote-scienziato domenicano Giovan Battista Embriaco (Ceriana 1829 - Roma 1903) e dell’architetto comunale di origine svizzera Gioacchino Ersoch (Roma 1815 - 1902): il primo ideò il geniale orologio ad acqua dal funzionamento autoregolante mentre il secondo curò l’allestimento e l’inserimento di questo meccanismo all’interno di una pittoresca fontana. Ersoch optò per un allestimento complesso, una sorta di "scrigno" che doveva proteggere e nel contempo mostrare il sofisticato meccanismo idraulico, alimentato costantemente dall’acqua Marcia, raccolta nel vicino serbatoio e distribuita da questo in tutto il giardino. Ersoch diede all’orologio la forma di una torretta lignea, utilizzando ghisa fusa a imitazione di tronchi d’albero, innalzata su una piccolo "scoglio" al centro di un laghetto rustico".

Le difficoltà tecniche per la ricostruzione delle parti mancanti e di quelle fatiscenti e per la revisione di tutto l’apparato sono state innumerevoli, anche perché non è stato possibile reperire documenti tecnici dell’originaria progettazione. Si è proceduto alla ricostruzione di varie parti, come i rotismi mancanti, il gruppo di scappamento, la vaschetta dosatrice oscillante, gli imbuti e i tubi di travaso al bilanciere, le bielle di trasferimento della forza, il bilanciere oscillante, i quattro gruppi meccanici e le nuove lancette in rame, più leggere rispetto a quelle originali in ferro. Infine si è proceduto al restauro estetico.

Per tali operazioni sono stati investiti i vari reparti del Centro ELIS, una Scuola di Formazione Professionale che ha avuto l’idea di chiedere in "adozione" al Comune di Roma l’Idrocronometro di Villa Borghese.

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