Il rinascimento fiorentino sboccia nella Crescenza e nella Magliana Le ville-castello del ‘400 nella Campagna Romana
A Roma la ricerca di una tipologia della villa rinascimentale rivela la carenza, sia nella città che nei dintorni, di precedenti quattrocenteschi stilisticamente compiuti. La villa non costituiva un fattore di primario interesse, in quanto mancava quella classe aristocratica e colta, come a Firenze, che avesse il desiderio di adeguarsi alle nuove tendenze umanistiche dell’architettura. D’altronde la Curia era intenta ad altre attività edilizie, quali il restauro delle basiliche e dei palazzi annessi, mentre i Pontefici erano interessati al Palazzo Vaticano e al ripristino di San Pietro e dovevano fronteggiare i problemi urbanistici della città, che richiedeva un’urgente ristrutturazione. Roma era abitata alla metà del Quattrocento per un quinto del suo territorio, mentre gli orti e le vigne occupavano tutto il resto. Più che le residenze di campagna si curavano i palazzi urbani, con ricercatezza e profusione di mezzi, per ottenere un’armonica corrispondenza tra ambienti di rappresentanza e soggiorno residenziale. Problematica è l’origine della villa nella campagna romana, che trova i suoi antecedenti nella casa di tipo agricolo e nel casale. La prima presenta un cortile centrale e molto spesso delle torri, mentre il casale, in particolare quello rinascimentale, si ricollega al castello o al fortilizio medioevale per il muro di cinta, le torrette e le eventuali fortificazioni. Inoltre, è costituito da una serie di edifici, di cui una parte è adibita ad accogliere il proprietario dell’intero complesso per brevi soggiorni dedicati alla caccia. La vera natura della villa si rivelerà lentamente nel corso del XV secolo, con l’affermarsi dei concetti filosofici e letterari provenienti dalla corte dei Medici, secondo i quali, attraverso gli "otia" in "locus amoenus", il signore vedeva attuato il suo ideale umanistico. Un esempio di residenza nella campagna romana della seconda metà del Quattrocento è la Crescenza. Posta tra la via Cassia e la via Flaminia, a quattro chilometri e mezzo da Ponte Milvio, questo singolare complesso edilizio, restaurato nel 1928 dal prof. Tarchi e dall’ing. Ecket, trae il nome dalla famiglia romana dei Crescenzi. La Crescenza, di cui sono scarse le notizie storiche, presenta elementi stilisticamente collegabili al rinascimento toscano. Posta su una modesta altura tufacea, che ne costituisce il naturale basamento, può essere paragonata a quel tipo di villa-castello tipico della Toscana del XV secolo, sul quale vennero operate nel corso degli anni delle trasformazioni per ingentilirne la struttura prettamente difensiva e salda nella sua compattezza. Ma il legame con il rinascimento fiorentino si rivela nello schema del cortile porticato - simile a quello della Villa delle Pergole a Careggi - e nella prospettiva delle logge. La pianta della costruzione si svolge attorno a due cortili. Dalla facciata, inquadrata lateralmente da due torri con merli ghibellini, si accede al cortile d’ingresso, sulla destra del quale ben s’inserisce una loggia a tre archi, simile a quella della villa del cardinal Bessarione. Attraverso un’ampia porta si passa al secondo cortile, porticato per tre lati, sopra il quale corre una loggia murata che comunica con gli appartamenti. Questo organismo edilizio trova una sua collocazione anche nell’ambito della storia della campagna romana, in quanto inseribile tra quelli sorti con l’intento di far rivivere le zone fuori città, in precedenza spopolate prima per le invasioni barbariche, poi per le scorrerie dei pirati saraceni. A tale ripopolamento contribuirono gli stessi Pontefici, favorendone la sicurezza con fortificazioni costiere e costruendo per loro delle ville, principalmente dei padiglioni di caccia, di cui tipico è quello alla Magliana. Questa villa si prestava per la vegetazione circostante ricca di selvaggina a un soggiorno dedito alla natura, a cui si aggiungeva la varietà dei cibi offerta dal centro rurale. Originariamente in questa località, al settimo chilometro della via Portuense, sorgeva un gruppo di case con la piccola chiesa di San Giovanni ed il nome derivò da alcuni possedimenti che era appartenuti alla gens Manlia. La fama della villa inizia con la celebre caccia del 10 aprile 1480, organizzata dal conte Girolamo Riario per l’arrivo del duca Ernesto di Sassonia. Certamente già in quel periodo doveva sorgere una costruzione fortificata. La Magliana fu oggetto di cure da parte dei Pontefici, primo fra tutti Innocenzo VIII, che intorno al 1490 fece erigere la palazzina omonima, valendosi del maestro Graziadei Prata da Brescia. Il cardinale Francesco Alidosi, avutala in usufrutto nel 1503 da Giulio II, costruì la parte più grande della villa, forse con l’intervento di Giuliano da Sangallo. Proseguì Leone X decorando la sala delle Muse e completando la Cappella, mentre Pio IV aggiunse l’attuale fontana nel centro del cortile e Sisto V operò restauri e decorazioni nel salone delle Muse. L’interesse dei Pontefici per la villa si mantenne per tutto il XVI secolo, fino a che non furono preferite le località di Tivoli e di Frascati. Ciò determinò il suo progressivo decadere. Fu ancora abitata nel corso del ‘600, ma cominciò ad essere trascurata dal XVIII secolo. La Magliana non presenta complessità planimetrica o compositiva e conserva ancora l’originario aspetto difensivo. Il prospetto con merli ha un ingresso ad arco che immette in un vasto cortile centrale, alla cui sinistra si trova la palazzina di Innocenzo VIII con resti di graffiti sulla facciata. Inferiormente si apre un porticato a tre arcate, con colonne ottagone e capitelli a foglie d’acqua, elementi del resto già presenti nell’architettura romana del Quattrocento. La cornice superiore precede il secondo piano con quattro finestre rettangolari. Questa palazzina è collegata a una seconda costruzione, quella del cardinale Alidosi, formata ad angolo retto, con un lato che ha al pianterreno un androne, delle finestre e contiene le sale più grandi, con un altro porticato su pilastri. © 2003 - Grafica e layout sono di esclusiva proprietà di www.specchioromano.it |
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