Tor de’ Schiavi sulla via Prenestina

Nell’Ottocento fu una delle tappe delle feste di Carnevale degli artisti

 

di Annalisa Venditti

Chi volesse trovare il fortilizio che ha dato il nome di Tor de Schiavi a un popoloso quartiere della periferia orientale di Roma, faticherebbe non poco. La denominazione, infatti, era data a un monumento dalle forme tutt’altro che svettanti che ancora si vede nel Parco di Villa Gordiani sulla Prenestina, il Mausoleo Rotondo, simile al sepolcro di Romolo sulla via Appia, raffigurato da molti pittori dell’Ottocento. Come ha scoperto il Tomassetti, il nome deriva da un tale Vincenzo Rossi dello Schiavo, che nel 1571 ne era proprietario. Il mausoleo ha due piani, di cui quello inferiore, semisotterraneo, è un vasto ambiente coperto da volta a botte retta da un pilastro centrale. Sulle pareti si aprivano nicchie alternativamente semicircolari e rettangolari, nelle quali erano sistemati i sarcofagi. L’accesso al piano superiore, riservato quasi sicuramente ai riti in onore dei defunti, avveniva attraverso un pronao rettangolare, con quattro colonne sulla fronte e tre sui lati, preceduto da una scalinata.

La cupola poggia su un anello in cui si aprono finestre rotonde. Quasi completamente perduta è la sua decorazione con fregi dipinti, che prevedeva un medaglione centrale con Giove in trono con il fulmine e l’aquila ed una serie di riquadri con vari soggetti, per lo più marini.

I bolli impressi sui mattoni della costruzione e le caratteristiche della muratura, in gran parte di riuso, fanno datare il monumento all’età costantiniana, ossia all’inizio del IV secolo. Le caratteristiche stesse dell’edificio fanno pensare ad una sepoltura per personaggi di alto rango, appartenenti alla famiglia di Costantino.

Nel XIX secolo il Mausoleo di Tor de’ Schiavi fu una delle tappe delle animatissime feste di Carnevale organizzate dagli artisti della "Società di Ponte Molle". I partecipanti, tedeschi o comunque di area nordica, ma anche italiani, con i loro bizzarri costumi da indiani o cinesi, guerrieri antichi o medioevali, pulcinella, dottori in parrucca, con cappelli giganteschi ornati di erbaggi, armati di spadoni di legno con sopra scritte terribili, si riunivano di buon’ora a Santa Maria Maggiore, dove venivano distribuiti gli asini per l’allegra scampagnata. Arrivato a Tor de’ Schiavi, lo sgangherato esercito si schierava secondo le varie categorie di gendarmi, capocoorti, littori e aiutanti di campo, quindi era sottoposto all’ispezione militare del presidente. Sciolte le righe, si consumava la colazione. Quindi, mentre gli spettatori si assiepavano sul monumento, veniva cantata una canzone tedesca, con accompagnamento di trombe e tamburi. Meta ultima era Tor Cervara dove si svolgevano spassose gare, innaffiate da abbondanti libagioni.

Di Tor de’ Schiavi si parlerà nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

 

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