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Al Museo di Roma in Trastevere per conoscere lo spessore culturale del grande regista

"Roberto Rossellini. Arte e scienza dell’Umanesimo"

 

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di Cinzia Dal Maso

Diceva Roberto Rossellini: "il cinema non è il mio mestiere. Il mio è un mestiere che bisogna apprendere quotidianamente e che non si finisce mai di descrivere: è il mestiere di uomo. E che cos’è un uomo? È un essere eretto che si alza sulla punta dei piedi per guardare l’universo". Se tutti lo ammirano come uno dei più grandi registi del Novecento, pochi conoscono la sua poliedricità: fu appassionato di arte, di scienza e di tecnica; fu studioso, inventore, narratore e pilota. Non solo fu un uomo moderno, sempre orientato al futuro, ma ebbe anche un profondo interesse per la storia e la tradizione, che lo portò a sviluppare un complesso progetto enciclopedico e a rappresentare, attraverso il racconto audiovisivo e multimediale, le interrelazioni tra le ricerche dei protagonisti della tradizione umanistica del passato e del presente.

A questo aspetto "inedito" della personalità del Maestro il Museo di Roma in Trastevere dedica, fino al 1° aprile, la mostra "Roberto Rossellini. Arte e scienza dell'Umanesimo", un viaggio ideale tra l'opera di Rossellini e quella dei grandi umanisti suoi maestri e ispiratori, organizzata dalla Fondazione Roberto Rossellini per lo sviluppo del pensiero enciclopedico, l’Istituto MetaCultura e il Museo del Cinema di Torino, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, le Biblioteche del Comune di Roma, l’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma e l’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio.

Il viaggio ideale tra l'opera di Rossellini e quella dei grandi umanisti suoi maestri e ispiratori si articola in diverse parti tra loro complementari, attraverso le diverse sezioni del progetto, in cui vengono accostati tra loro documenti letterari, visivi e audiovisivi. Manoscritti, lettere, rubriche, libri annotati, foto di scena, foto di set, foto promozionali, locandine, sceneggiature, copioni, soggetti, note di regia, bozzetti, immagini e filmati di Rossellini acquistano in questo contesto un valore formativo oltre che informativo nel momento in cui vengono correlati, in base ai medesimi principi di narrazione, ai documenti degli autori e studiosi, artisti, scienziati ed enciclopedisti di cui Rossellini, con la sua opera, ha voluto sia diffondere sia continuare le ricerche.

La struttura dell’evento è quella di un labirinto conoscitivo che esplicita i legami tra le riflessioni di Rossellini e quelle dei suoi interlocutori storici sulla scienza, sull’arte e sulla didattica. Centro ideale dell’intera mostra è la ricostruzione di un ambiente a metà strada tra il laboratorio di un umanista classico ideale, come Pascal, Cartesio, Agostino di Ippona, e lo studio di Rossellini stesso considerato come artista intermediale e come studioso interdisciplinare.

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