Forme
simboliche ed evocazioni plastiche concretizzate in bianchissimi pannelli su cui
il colore si materializza nelle sue più pure espressioni: fino al 23 dicembre,
l’Appartamento Barbo di Palazzo Venezia, in via del Plebiscito, 118, ospita la
mostra di Pietro Perrone, promossa da Carte Segrete in collaborazione con la
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, con un ciclo di 35 opere
inedite di grande formato, realizzate dall’artista nel periodo 2001 – 2007, dal
titolo Gocce Sante.
Il curatore della mostra, Massimo
Riposati, ha realizzato un percorso espositivo che permette di apprezzare nei
grandi formati le capacità creatrici e poetiche di un artista raffinato e
selvaggio, che ha avviato la propria ricerca nel 1986, in un contesto dominato
dalla Transavanguardia teorizzata da Achille Bonito Oliva e dal suo recupero dei
valori della pittura. Come spiega Bonito Oliva, che ha curato il testo critico
del catalogo (Edizioni Carte Segrete), "il
profondo di Perrone non è naturalmente il luogo dell’irrazionale, del puro
misconoscimento della ragione, ma il serbatoio che trova sempre nuova linfa e
rinnovamento dalla sua stessa pulsione a rimanere sotterraneo. Un serbatoio
messo tutto in orizzontale che non ama alzare la testa, che ha per attitudine un
movimento inclinato. È il sogno dell’arte a trasportarlo fuori dalla sua
posizione supina, a trascinarlo nel luogo della rappresentazione, dove non
subisce perdite, semmai si accresce di un ulteriore splendore oscuro".