Con le Parilie si chiedeva la protezione delle greggi e dei boschi Festeggiamenti e riti per la nascita di Roma
La celebrazione del 21 aprile, Natale di Roma, dopo secoli di oblio fu ripristinata nel Quattrocento dagli umanisti dell’Accademia Romana riuniti intorno a Pomponio Leto: un cenacolo di letterati - fedeli alla classicità e fautori del ritorno al paganesimo - che venne sciolto nel 1468 da Paolo II con l'incarcerazione e la tortura dei suoi adepti. I festeggiamenti tornarono i auge dopo il 1870, quale riaffermazione dei valori ideali del nostro Risorgimento. Una rievocazione colossale e fastosa delle "Palile" - le feste che si celebravano nell’antica Roma proprio il 21 aprile in onore di Pale, la dea protettrice dei pastori - si ebbe il 4 maggio 1902 sul Palatino per iniziativa dei soci del Circolo Artistico. Davanti a un pubblico di oltre diecimila persone sfilò una lunga teoria di numidi, pretoriani, porta-insegne, patrizi, littori, schiavi, fanciulle che gettavano fiori, sacerdoti e vittimari con un vitello, pecore e colombi. Non mancarono le lettighe e le portantine con matrone condotte da schiavi Daci e file di mimi, ginnasti e trombettieri seguivano il coro e un carro con un tripode su cui bruciavano gli incensi. Chiudevano la sfilata un numeroso gruppo di popolani e di popolane e alcuni carri carichi di doni. Fu cantato il Carmen saeculare, accompagnato da squilli di trombe, vennero poi lanciati colombi e accesa l’ara profumata d’incensi. Terminati i sacrifici alle dee Pale e Roma, si poté assistere al lancio del giavellotto, al salto, alla lotta, al lancio del disco e a gare di corsa. Al termine la folla delle comparse in costume si sciolse, mescolandosi a quella degli spettatori, alcuni dei quali spiccavano per la tuba in testa e il bastone da passeggio. Il 21 aprile del 753 a.C., secondo Varrone, era il giorno in cui Romolo, tracciato il perimetro della città, ne aveva iniziato la costruzione sul Palatino. Gli storici assunsero quella data - ab Urbe condita, dalla fondazione di Roma - come riferimento cronologico. Le feste e i riti che venivano celebrati in tale ricorrenza furono in uso per secoli e si ricollegavano a quelli compiuti per la prima volta da Romolo quando delimitò il Pomerio. La descrizione di queste cerimonie è stata tramandata da Ovidio, quali feste pastorali simili a quelle originarie, che, però, finirono per essere considerate soltanto come celebrative del Natale di Roma. Le Palile si celebravano perché Pales facesse prosperare le greggi e preservasse i boschi a lei sacri dai danni che gli armenti avrebbero potuto arrecare. Suggestive le varie fasi della festa: la prima parte consisteva nella purificazione col fuoco. Il popolo si lavava le mani con l’acqua di fonte e beveva latte mescolato con mosto. Fino dall’alba i pastori pulivano le stalle con l’acqua, adornandole di rami d’alloro e bruciando rosmarino ed erbe sabine considerate come elementi lustrali. Nei fuochi era gettato un composto preparato dalle Vestali con sangue di cavallo, interiora di un feto di vacca gravida e fave. Più tardi, rivolgendosi per tre volte a oriente, si offrivano alla dea focacce e latte nella stessa secchia in cui si mungeva. Dopo giochi e conviti, la sera, si accendevano i fuochi che i pastori attraversavano con un salto, altra forma di lustrazione usata, secondo Dionisio, da Romolo prima di tracciare il perimetro della città. Questi giochi, divenuti parte integrale delle "Palile", furono trascurati dopo la morte di Cesare, ma tornarono in auge per merito di Augusto, che li rinnovò a sue spese. In seguito la festa del Natale di Roma assunse una importanza ancora maggiore. Roma, personificata e divinizzata, con l’edificazione di templi ed altari in suo onore, fu celebrata fino agli ultimi tempi del paganesimo. Inserita fra le principali solennità, la festa fu indicata nel calendario Filocaliano e compresa nel codice Teodosiano. Inoltre, alla semplice indicazione di Palilia o Pariglia - dal latino pario, cioè "partorisco", motivo per cui si offrivano in tale ricorrenza sacrifici per il parto del bestiame - venne aggiunta quella di Roma condita o di Natalis Urbis. L’argomento verrà approfondito nell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz). © 2003 - Grafica e layout sono di esclusiva proprietà di www.specchioromano.it |
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