Procedendo
da Porta Romana, nei pressi del Teatro, sulla destra del decumano massimo, sono
i resti di uno dei pochi edifici cristiani finora scoperti nell’antica città di
Ostia.
Lungo circa 90 metri, era un
oratorio costruito con una muratura rozza e chiaramente di reimpiego, risalente
all’VIII secolo. Si conserva ancora l’abside, sovrapposta a uno dei due ninfei
semicircolari che adornavano i fianchi del teatro e dovevano essere stati
edificati da Domiziano. Il pavimento, in mosaico, doveva appartenere a una
precedente cappella della fine del IV o della prima metà del V secolo, la stessa
ove sarebbe stato traslato il corpo del vescovo ostiense Ciriaco, martirizzato
con S. Aurea e altri nel III secolo. Secondo una pia tradizione, durante
il regno di Claudio il Gotico, nel 269, prima di essere ucciso presso l’arco
onorario di Caracalla, proprio davanti al teatro, Ciriaco era riuscito a
convertire, nella prigione in cui era stato rinchiuso, 17 soldati.
Nel medioevo questo edificio, noto
come chiesa di S. Ciriaco, fu l’unico a rimanere in uso in tutta Ostia, grazie
alla devozione dei fedeli che vi si recavano da Gregoriopoli, passando
attraverso la città abbandonata e percorrendo il decumano invaso dai crolli e
dalla vegetazione.
Nell’oratorio
sono stati ritrovati resti di sarcofagi. Uno di questi, parzialmente conservato,
presenta un rilievo con Orfeo e una lastra con l’iscrizione "hic Quiriacus
dormit in pace", ossia "qui dorme in pace Ciriaco"; se la formula è
cristiana, l’identificazione di questo Ciriaco con il martire venerato non è
affatto sicura.
Dell’oratorio si parlerà nel corso
dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta
da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio
Radio (88.150 MHz).