Lo "speculum" delle antiche brame La cura del corpo nell’antica Roma: cosmesi, belletti, saponi e unguenti Le ricche e belle matrone romane non sapevano rinunciare alla cura del proprio corpo. Così belletti e prodigiosi ritrovati della cosmesi avevano largo uso nella vita quotidiana delle nostre fanatiche progenitrici. Pregiate profumazioni, come i costosi oli essenziali e gli unguenti importati da terre lontane venivano utilizzate per rendere vellutato e sensuale al tatto il proprio corpo. Poppea, seconda moglie di Nerone, amava come noto fare il bagno nel latte di asina, cui riconosceva uno straordinario potere idratante. Le schiave porgevano lo "speculum", lo specchio, alle matrone per controllare che trucco e acconciatura fossero sempre perfettamente in ordine. Il poeta Ovidio, saggio intenditore delle faccende amorose, consigliava all’amante di fare altrettanto per entrare nelle grazie della propria bella. Di forma per lo più rotonda, lo "speculum" poteva essere forgiato nel bronzo, reso da un lato lucidissimo per essere riflettente. Munito di un comodo manico, poteva recare delle belle decorazioni a rilievo. Nell’antica Roma gli specchi avevano anche forma quadrata e ovale, raramente erano di vetro, spesso d’argento. Quelli grandi e a parete consentivano di specchiarsi a figura intera. Ad utilizzarli non erano soltanto le donne, ma spesso gli uomini. "Proprio quello che ci vuole per combattere la guerra civile!", sentenziava il mordace Giovenale, irritato da una moda così poco virile. "Sapo" era il nome che gli antichi Romani davano al sapone: una miscela di grasso di capra e cenere vegetale. Per il potere detergente si utilizzavano anche la farina di lupini, detta "lomentum", il bicarbonato di sodio e, naturalmente, la soda. Durante il bagno si usava la "spongia", la spugna, che a volte era dotata di una comoda impugnatura per favorire, ad esempio, la pulizia della schiena. Ricordando la morigerata epoca passata, scriveva il filosofo Seneca: "certo si lavavano ogni giorno braccia e gambe, ma si facevano un bagno completo solo i giorni di mercato", ossia ogni nove giorni. Ma da quando sono stati inventati gli elegantissimi bagni – continuava amaramente, facendo riferimento alla loro morale – gli uomini "sono diventati sempre più sporchi". C’era chi cospargeva di unguenti le pareti e le vasche dei bagni privati oppure la propria biancheria. Il prodotto più ricercato era il cosiddetto "Balsamo dei re", l’unguentum regale, nato per il re dei Parti e composto dall’unione di 25 sostanze tra cui il nardo, la mirra, la cannella, l’hennè, il croco, la maggiorana e il loto. Secondo Plinio il Vecchio, un profumo doveva essere tale che "il suo sentore, quando la donna incede, attragga proprio coloro che sono in tutt’altro affaccendati". L’argomento verrà approfondito nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina, dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).
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