Denominavano una zona sostituita da Corso Rinascimento Cinque mezze lune - Un solo significato a
"Cinque Lune" è un nome che ricorda una via e una piazza scomparse, sacrificate per la sistemazione del Corso Rinascimento. Per alcuni il nome derivava dallo stemma dei Piccolomini, esposto su una casa del luogo. In quella casa, scriveva Pietro Romano, Pio II, Enea Piccolomini "abitava allorquando segretario contemporaneo di un papa, d’un antipapa e di un imperatore, dopo continui viaggi per ambascerie sia in terre lontane come in Italia, si poteva permettere qualche periodo di riposo. Lo stabile su detta via era al centro di quel demolito isolato che sorgeva fra la piazza, via del Pino e via del Pinacolo. Lo stemma sull’architrave scomparve a metà dell’800". In esso figurava una croce carica di cinque lune crescenti, ossia mezzelune. Per Benedetto Blasi la denominazione "Cinque Lune", oltre alla presenza dello stemma dei Piccolomini, sarebbe dovuta all’insegna di una trattoria che raffigurava appunto la luna nelle sue cinque fasi, per poi aggiungere che "in detta osteria, l’oste Marco Spacca cucinava la celebre trippa che tanto piaceva al Calamatta", celebre incisore, vissuto tra il 1801 e il 1869. "In questo vicolo - riferisce ancora il Blasi - vi è una fontanella allusiva alle 5 fasi e un elegante casa del Rinascimento di stile bramantesco. Anche una vecchia e storica friggitoria ebbe lo stesso nome". In questo il Blasi si riallaccia totalmente a Alessandro Rufini, che per primo aveva scritto nel 1847 che la denominazione della strada sarebbe derivata dalla presenza di una "antichissima trattoria quivi posta, e detta delle cinque lune, dall’insegna sopra posta all’ingresso che porta la figura di questo pianeta in cinque fasi". In precedenza, l’Osteria che si apriva al n. 10 della via era detta Osteria delle due Porte, per le due porte d’ingresso, che suggerirono al proprietario di chiamarla con questo nome. Al n. 14 era anche il Caffé delle Cinque Lune, così chiamato per l’omonima e vicina Osteria. Il nome di "Cinque Lune" è rimasto al sottopassaggio dell’edificio I.N.A., tra piazza Navona e piazza delle Cinque Lune, al largo cioè ove il Corso del Rinascimento si innesta su Tor Sanguigna. E’ una specie di androne ad angolo che fa parte del cosiddetto "Passetto delle Cinque Lune", un tempo vicolo dei Calderari (fabbri ramari), artigiani addetti alla lavorazione del rame da cui ricavavano vasi e caldaie, le cui botteghe abbondarono nella zona. |
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