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I risultati della scoperta in un volume finanziato dalla Banca Dexia Crediop

Gli affreschi ritrovati nell’Aula dei SS.Quattro

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di Cinzia Dal Maso

I venti e le stagioni, il lento alternarsi dei mesi e dell’umana operosità, le allegorie di vizi e virtù, le arti liberali, santi additati ad esempio e imperatori umiliati nella polvere, lo zodiaco e le costellazioni riemergono da uno strato di pittura che per secoli li aveva nascosti e vengono a parlarci di un medioevo colto e mistico, religioso e laico a un tempo, pregno di simbolismo: un miracolo che solo una città come Roma ci può regalare, un prodigio avvenuto in uno dei luoghi più belli e ricchi di fascino della Capitale, l’Aula Gotica del Monastero dei Santi Quattro Coronati, sul Celio.

La possibilità di ammirare oggi gli splendidi affreschi è dovuta a una lunga ed impegnativa campagna di restauri, curata dalla storica dell’arte Andreina Draghi della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico del Lazio, che ha portato alla sorprendente scoperta, aprendo nuove strade interpretative. Il ciclo pittorico, infatti, rappresenta un unicum nella pittura romana del ‘200 e gli studiosi l’hanno attribuito al "Terzo Maestro della cripta del duomo di Anagni", ossia a una equipe di pittori attiva nel Lazio del XIII secolo, il cui raffinatissimo livello esecutivo è visibile nel linguaggio unitario, dove i diversi elementi coesistono e in cui la conoscenza della pittura di Giunta Pisano si unisce a influssi nord europei e a riferimenti alla tradizione classica.

Come ha spiegato il prof. Francesco Gandolfo, storico dell’arte medioevale, ci troviamo di fronte a "un ambiente fondamentalmente laico per dimensione iconografica, di tipo enciclopedico, a un ciclo di carattere allegorico dove si esaltano le virtù, in particolare la Giustizia".

Come racconta la Draghi, "i test di descialbo, già programmati nel 1989 anche per altri ambienti del monastero, furono eseguiti nel 1996. Furono giornate memorabili: lentamente iniziavano ad affiorare dalla muratura i dipinti che per circa trecento metri quadrati decorano le pareti dell’Aula e che, originariamente, coprivano una superficie di circa ottocento metri quadrati". Era tornata alla luce "un’opera molto rilevante della pittura italiana del Duecento: l’estensione e il perfetto stato di conservazione con cui è emersa dagli strati di scialbo permettono di comprenderne la complessità del linguaggio espressivo, di stabilire un nuovo giudizio sulla pittura romana di metà secolo, di definire rinnovate relazioni con i grandi cantieri artistici dello stesso periodo e di qualche decennio successivo".

Per ammirare le pitture, che si trovano all’interno del Convento della Comunità di clausura delle Monache Agostiniane, bisognerà aspettare la Settimana di Beni culturali, quando saranno anche terminati i restauri architettonici.

Intanto, però, la divulgazione della stupefacente scoperta viene affidata a un ponderoso volume, "Gli affreschi dell’Aula gotica del Monastero dei Santi Quattro Coronati. Una storia ritrovata", di Andreina Draghi con il contributo di illustri studiosi, edito da Skira, la cui pubblicazione è stata finanziata e sostenuta dalla Banca Dexia Crediop S.p.A., la banca d’affari per la finanza pubblica e di progetto.

Il volume rende conto dell’eccellente lavoro di restauro e dei contributi afferenti le diverse discipline, offrendo una mappatura completa degli affreschi presenti nel ciclo e un’analisi storico-critica sia dei contenuti iconografici sia delle scelte stilistiche e tecniche, che permettono di riscrivere un intero capitolo dell’arte italiana medievale.

Per rendere ancora più chiara la struttura del libro, in appendice è sintetizzato tutto ciò che riguarda il problema epigrafico e delle iscrizioni, i processi del restauro e le questioni tecniche.

"Con questa pubblicazione - affermano il Presidente Onorario di Dexia Crediop Antonio Pedone e l’Amministratore Delegato Marc Brugière - Dexia Crediop intende proseguire nel suo costante e profondo dialogo con il territorio e con le Istituzioni, e desidera ringraziare il vice presidente del Consiglio, ministro per i Beni e le Attività culturali Francesco Rutelli, il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Lazio, Luciano Marchetti, il soprintendente per i Beni architettonici e per il Paesaggio del Comune di Roma, Maurizio Galletti, la soprintendente per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico del Lazio, Rossella Vodret, la direttrice dei lavori di restauro, Andreina Draghi, la direttrice dei lavori architettonici, Giuseppina Filippi, ed è grata a Madre Rita Mancini ed alla Comunità delle Monache agostiniane per aver sostenuto con infinita disponibilità il lungo e complesso lavoro e per aver aperto le porte di questo straordinario luogo".

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