Il genio di Umberto Mastroianni in 180 opere al Museo del Corso
Fino al prossimo 26 febbraio, il Museo del Corso della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma (via del Corso 320), presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ospita la mostra "Umberto Mastroianni. Scultore Europeo", a cura di Floriano De Santi, ideata e organizzata da Edieuropa. Un grande retrospettiva per documentare l’intero percorso creativo del Maestro di Fontana Liri (1910-1998), dal bozzetto della "Deposizione" del 1928 al "Teatro magico" del 1998. In esposizione, circa centottanta opere, di cui una trentina di bronzi, alcuni dei quali inediti o poco visti, legni, ori, argenti, arazzi, acciai, ottoni, terrecotte, vetri, plastiche, stoffe e tutti i più disparati materiali usati da Mastroianni. Si inizia dalla levigata e tenue plasticità delle prime opere di Mastroianni, soggetti religiosi, ritratti e nudi, prodotti dal 1928 al 1940, dove il Maestro rivela di aver imparato e fatto sua la lezione della storia dell’arte, soprattutto di quella rinascimentale di Francesco Laurana e di Donatello, facendola rivivere attraverso il lavoro dei più grandi maestri del Novecento, come Brancusi, Medardo Rosso, Archipenko e Boccioni. "L’immagine centrale che si ha dell’intera opera di Mastroianni – scrive De Santi – è quella dell’antro della memoria. Come ogni grande artista egli porta in sé una caverna nelle profondità della mente e del corpo". Segue la stagione neo-cubista del 1941-1954, con una serrata ricerca formale che trae le sue origini dalla geometria, dalla linea curva, dal segmento, dall’ellisse e mostra il rapporto di Mastroianni con le avanguardie scultoree europee. Con "Battaglia" e "Apparizione alata", due bronzi del 1957 presentati alla XXIX Biennale di Venezia del 1958, conseguì il riconoscimento più alto, il Gran Premio Internazionale per la Scultura. Prese avvio il suo periodo informale (1957-1968), con bronzi, cartoni graffiati, rilievi policromi, solcati da ferite, da laceranti mutilazioni. Dal 1969 al 1988, il periodo del "macchinismo fantastico", Mastroianni è guidato da una intenzionalità costruttiva tipica dell’industria moderna. Gli ultimi dieci anni di vita sono caratterizzati, con i cicli plastici e pittorici "Metamorfosi", "Kaos", "Teatro magico", "Giochi del Tao" e "Infinito cosmico", dalla stagione delle "Figure dell’inconscio". Tutto avviene nel sottosuolo, dove si ascoltano i soffi, gli ansiti e i guaiti delle creature invisibili disegnate da Mastroianni. L’elegante catalogo edito da Edieuropa è corredato dalla riproduzione a colori di tutte le opere e contiene un esaustivo saggio critico di Floriano De Santi, curatore della mostra e del relativo studio monografico. Altri testi sono di Claudio Spadoni, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Ravenna; Marisa Vescovo, docente di Storia dell’Arte all’Università di Genova e Roman de la Calle, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Valencia. |
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