Maronide, leggendaria beona

La sua statua marmorea è conservata nei Musei Capitolini

di Annalisa Venditti

Nei Musei Capitolini è custodita la statua marmorea di un’illustre bevitrice dell’antichità: la leggendaria Maronide. La vecchia, dedita ai piaceri del vino, è seduta a terra e abbraccia un’enorme fiasca. Con la testa all’indietro sembra in preda ad una sconvolgente ebbrezza. L’inesorabile trascorrere del tempo ha solcato le sue guance e ha diradato i denti, trasformando l’anziano volto in una maschera tragica su cui è posato un sorriso innaturale. A causa di una spallina che, lasciva, è scivolata sulla spalla, chi la guarda può scorgere i seni rinsecchiti. Grazie ad uno studio e all’analisi dell’archeologo Paolo Moreno, docente all’Università di Roma Tre, sappiamo oggi il suo nome. Su di lei scrisse questi versi il poeta Leonida di Taranto:"Maronide, l’amante del vino, l’asciugatrice di giare, qui giace vecchia. Sulla sua tomba sta una coppa attica, visibile a tutti. E geme sottoterra, non per i figli, non per il marito che lasciò indigente, non per tutto questo, ma per una cosa sola, perché quella coppa è vuota".

La "Vecchia ebbra" dei Musei Capitolini è la copia romana di un capolavoro ellenistico. Alle mani porta anelli, sulla testa un fazzoletto, mentre l’abito che indossa è elegante e di buona fattura. L’amata fiasca è del tipo che conteneva vino purissimo ed è a tal punto grande che, nella realtà, le sarebbe impossibile sollevarla.

Così la vecchia la stringe a sé come farebbe con un bambino. In realtà la statua di Maronide - ha spiegato Paolo Moreno - accoglie tra le sue braccia Dioniso in persona, dio del vino, e in quell’unione mistica sembra attendere il trapasso, la sua suprema consacrazione.

L’argomento è stato approfondito nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata da Maria Pia Partisani in onda ogni sabato mattina, dalle 11.00 alle 12.00 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHZ).


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