Una statua con il piede consumato dai baci Il San Pietro di bronzo è vestito ogni 29 giugno con i sacri paludamenti
In testa alla navata centrale della Basilica Vaticana, è un’antica statua bronzea raffigurante San Pietro vestito del "pallio filosofico", seduto su un trono marmoreo d’epoca rinascimentale e nell’atto di benedire con la mano destra alla maniera greca, ossia con due sole dita. Nella sinistra regge le chiavi del Regno. Da secoli è oggetto di grande venerazione da parte del popolo romano, che con i suoi baci ne ha letteralmente consumato il piede destro, leggermente avanzato rispetto all’altro. Secondo la tradizione, sarebbe stato S. Leone Magno (440-461) a far fondere la statua, utilizzando il bronzo del simulacro di Giove Capitolino, forse per sancire la continuità di potere tra la Roma pagana e quella cristiana. Antonio Muňoz, prendendo in considerazione la particolare rigidità gotica del panneggio, ha proposto di attribuire l’opera a un maestro del XIII secolo, probabilmente Arnolfo di Cambio. L’artista avrebbe preso a modello una statua dell’Apostolo un tempo all’esterno della primitiva Basilica, nel portico, e oggi nelle Sacre Grotte, in realtà un antico ritratto di filosofo, modificato sostituendone la testa con quella del primo Pontefice e cambiandole le mani: la destra benedice i fedeli, la sinistra regge le chiavi. La tesi di Mu ňoz non convinceva l’archeologo cristiano Carlo Cecchelli, certo della classicità della statua. Dello stesso parere anche lo Schüller-Piroli, secondo cui doveva essere di epoca tardo antica e sarebbe stata una delle tre statue dell’Apostolo che già prima della seconda metà del secolo VII si trovavano nella basilica, come proverebbe la lega di piombo e argento utilizzata, la stessa delle monete coeve. Arnolfo avrebbe semplicemente rimaneggiato la scultura, magari rifacendone la testa che si era rovinata.Il piedistallo in diaspro di Sicilia con tarsie di porfido verde è stato aggiunto sotto la direzione di C. Marchionni nel 1756-57. A dispetto della devozione che circonda la statua, Giuseppe Gioacchino Belli, in un sonetto del 20 aprile 1834, consigliava a una sposa alla prima gravidanza di tenersene alla larga: "E si vai a San Pietro, io te consijo / de dije a la scappona un paternostro, / a la lontana armen de mezzo mijo. / E nun guardallo mai quer brutto mostro, / ch’avessi, Iddio ne guardi, da fà un fijo / moro come che lui più de l’inchiostro". Pio IX con il Breve "Ad augendum", emesso il 15 marzo 1857, concedeva un’indulgenza di 50 giorni a chi avesse baciato con devozione il piede della statua. Nel 1871 venne collocato, come sfondo alla statua, un arazzo musivo con motivi rosso porpora su fondo oro, intonati con lo sfarzo sontuoso dei sacri paludamenti che ricoprono la statua nel giorno della festività di S. Pietro e Paolo, il 29 giugno: un piviale broccato, la tiara e il prezioso "anello del pescatore", il sigillo pontificio. |
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