In via di Porta Castello 44, nel rione Borgo Da un cinematografo a luci rosse è nato il Centro Stampa Giubileo Tra le più importanti strutture per l’Anno Santo 2000, è opera dello studio Pediconi-Magagnini, vincitore di un concorso internazionale
Via di Porta Castello è la principale arteria di collegamento tra corso Vittorio e il rione Prati. La strada prende il nome dalla porta aperta da Pio IV (1559-65) nel 1563, in sostituzione della posterula di Sant’Angelo, quando intraprese l’allargamento della cinta leonina. La denominazione fu dovuta alla vicinanza con Castel Sant’Angelo. Venne anche chiamata Melonaria per le attigue piantagioni di meloni. In questa strada, al n. 44, sorge il Centro Stampa Giubileo, progettato dallo studio architetti associati Camillo e Giancarlo Pediconi - Riccardo Magagnini, su incarico dell’Agenzia Romana per la preparazione dell’Anno Santo. Certamente è tra le più importanti strutture realizzate per il Giubileo del 2000, dove sono stati accolti numerosi giornalisti giunti da ogni parte del mondo. Il Centro Stampa si è inserito nello spazio interno-esterno dell’ex cinema Castello: una sala cinematografica che ha fatto parte della storia moderna del rione Borgo. L’edificio, inizialmente proprietà dell’Inps, fu costruito agli inizi del ‘900 - quando venne adibito ad Auditorium - secondo gli schemi tipologici del tempo. Intere generazioni di borghigiani hanno trascorso qualche ora di evasione in questo cinematografo con arena, negli anni Trenta chiamato "Famiglia". Oltre ai film, vi si svolgeva l’Avanspettacolo, sul cui palcoscenico passarono artisti di calibro come Fabrizi, Anna Magnani, Checco Durante, Alfredo Bambi, Romolo Balsani con la sua chitarra strappa lacrime, Bixio Ribecchi, Cordero e tanti altri. Per molto tempo l’arena fu adibita a incontri di pugilato e nel suo maggior fulgore accolse perfino Primo Camera. Più di vent’anni fa iniziò il declino della sala, tanto da divenire un cinematografo a luci rosse. Risale alla fine degli anni ‘80 il suo uso per concerti rock: qui si esibì con notevole successo, per tre sere consecutive, Ligabue. Da allora la sala cambiò più volte destinazione d’uso, passando da centro musicale a mercatino domenicale. Il Centro Stampa confina con le mura del "Passetto" di Borgo, l’antico camminamento in quota, iniziato nel VI secolo, proseguito nel XIII e completato da Urbano VIII: un corridoio lungo oltre 700 metri che congiunge i palazzi del Vaticano con Castel Sant’Angelo. Lo studio Pediconi-Magagnini, vincitore nel 1997 del concorso internazionale per la realizzazione del Centro Stampa, ha portato a termine i lavori alla fine del ‘98. L’intervento, che non ha operato stravolgimenti, ha riguardato una superficie di 1.715 mq. coperti su tre piani e 770 mq. scoperti. Il nuovo volume presenta un’altezza tale da non essere visibile dall’esterno, perché esattamente a filo del muro preesistente. Le scelte architettoniche e i materiali scelti per l’esterno, il mattone e il travertino, hanno garantito l’unitarietà dell’isolato. La piccola facciata è in pannelli di mattoni prefabbricati, montati l’uno accanto all’altro, con il disegno di un arco ribassato sopra l’ingresso. L’interno del Centro Stampa è un trionfo della creatività, con realizzazioni decisamente innovative: ampi spazi al piano terreno, grandi superfici di cristallo, aperte verso l’esterno, superfici specchianti nel soffitto della sala delle conferenze. Si articola complessivamente su due livelli: un piano terra e due elevati. Le principali componenti funzionali, collocate all’interno del volume dell’ex cinema, sono gli uffici con la Sala operativa e la Sala Conferenze Stampa. La struttura portante è costituita da 12 colonne in acciaio di 13 metri di altezza, collegate due a due con travi reticolari di 13,50 metri, che con tiranti d’acciaio reggono sospesi i due piani destinati ad uffici. Il piano terra è costituito da una grande sala di 350 mq, predisposta per 60 postazioni di lavoro per i giornalisti, mentre al primo piano, in uno spazio più ristretto, c’è la possibilità per altre 40 postazioni. I due piani sono stati realizzati appoggiandosi ai muri portanti, per cui la vecchia struttura è rimasta intatta e il nuovo volume, tutto in acciaio e vetro, dà il senso di una struttura da poter smontare e portare via. Accanto ai muri è stata messa una serie di pilastri di ferro da 20 cm., collegati tra loro nella parte superiore con una grossa trave reticolare ad arco con dei tiranti in ferro che reggono i due piani. Il primo e il secondo piano sono uniti da una scala prefabbricata che inizia dal basso, concepita in vetro, perché in corrispondenza di finestroni esposti a sud, illuminati tutto il giorno. Questa soluzione è servita per dare luce e portarla fino in basso: i gradini, infatti, hanno funzione di lucernari-diffusori. Accanto al grande spazio del piano terra, è la sala riservata alle conferenze stampa con 150 posti a sedere, un palco per i fotografi, impianti di proiezione e amplificazione e cabine per la traduzione simultanea. Costituisce un nuovo volume creato in acciaio e cristallo, caratteristico per la forma di "foglia aperta", che si ripete nella copertura, completamente costruita con pilastri di acciaio. La Sala delle Conferenze Stampa si presenta come un pregevole esempio di architettura d’interni: la parete sinistra è ricoperta da legno di acero e faggio, quella opposta è trasparente per i vetri ricurvi che hanno come quinta prospettica l’imponente muro del Passetto di Borgo. Il pavimento è con il parquet. Tramite tendoni comandati elettricamente, si può assistere di giorno a proiezioni. Vicino alla sala per le conferenze, gli altri volumi secondari, su due livelli - un bar-ristorante e un roof-garden con capacità fino a 40 coperti - sono in mattoni e travertino. Sul fianco destro dell’ingresso del Centro Stampa, a ridosso di un corpo secondario, è la piccola fontana di Pietro Lombardi, con un mascherone che getta l’acqua in una vasca a terra, al centro di una piramide costituita da palle di pietra sovrapposte: motivo decorativo ispirato ai proiettili per il cannone raccolti nel cortile dell’Angelo a Castello. Sul concio centrale dell’arcosolio è lo stemma del Comune di Roma. La fontana in precedenza era addossata ad un lato del fornice di via di Porta Castello. Venne rimontata a fianco del cinema Castello dopo la demolizione del 1939 della chiesa di S. Michele Arcangelo, che sorgeva proprio a lato della Porta. |
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