Canzoni d’autore ricordano le illusioni della Dolce Vita
Un pianoforte, una donna delusa dall’esistenza, una notte serena e stellata solo gli ingredienti di uno spettacolo musicale fuori dall’ordinario, realizzato e interpretato da Gigliola Funaro. La storia di Stella - giovane ingenua e piena di illusioni, arrivata a Roma dalla provincia inseguendo il sogno di quella Dolce Vita che tra gli anni ’50 e ’60 riempiva le cronache rosa dei giornali – è il filo che unisce una serie di canzoni rigorosamente d’epoca, scelte e interpretate dalla Funaro con sottile ironia, sulle note del maestro Angelo Pelini. Ne risulta un piccolo ma illuminante quadro della società di un periodo, narrato senza commiserazione da chi ha visto cadere a uno a uno gli ideali effimeri e i falsi miti nati sullo sfondo di un boom economico che ben presto avrebbe mostrato i suoi limiti. Un discorso a parte meritano le canzoni, ricercate con attenzione filologica dalla Funaro tra la produzione d’Autore 1957-1967, spesso sconosciuta al grande pubblico. Il primo brano proposto nello spettacolo, "Mi butto", ha avuto un paroliere d’eccezione: Alberto Moravia, che vi ha espresso un tema a lui congeniale, quello della noia, paralizzante ed esistenziale, di una donna cui – in verità - non mancherebbe nulla per essere felice. Anche Massimo Bontempelli non si è voluto sottrarre a questa sorta di gioco ed ha redatto il testo di "Che resta ormai di noi". Alla penna di Camilla Cederna si deve "Social Climber", mentre due sono i brani scritti da Fabio Mauri, il fondatore della rivista "Il setaccio": Là sul parquet" e "Maria il tatuaggio". Divertente e provocatoria, "Odio Roma" di Mario Soldati. Quando la rappresentazione volge al termine, la Funaro propone la sua interpretazione del "Valzer della toppa", piccolo capolavoro di Pier Paolo Pasolini, nel quale una giovane prostituta, in preda ai fumi dell’alcol, vede il mondo sotto una luce diversa, in un anelito mai sopito di libertà. "La Dolce Vita - spiega Stella al termine del suo racconto musicale - è stata come un film, una grande illusione, un’ombra che ci ha inghiottiti; siamo stati tutti degli ingenui a pensare che la vita fosse così…semplicemente meravigliosa! Ma adesso i tempi sono cambiati…la società è cambiata: bisogna vivere la vera vita, quella di tutti i giorni, quella della gente comune. In fondo il denaro non è tutto. E quelli che stanno meglio siamo noi…non gli uomini ricchi!". Gigliola Funaro ha frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica "Silvio D’Amico" e ha lavorato come attrice con Roberto Benigni, Lucia Poli, Luca Ronconi, Lina Wertmuller, Monica Vitti, Carlo Di Palma. E’ stata cantante solista al Folkstudio di Roma, alla TV3 francese, al Cafè Notegen di Roma ed al Teatro Verdi di Salerno. "Amara...Dolce Vita" rimarrà in scena alla Saletta comici del Teatro Testaccio, in via Romolo Gessi 8 fino al prossimo 10 ottobre, dal martedì al sabato alle ore 21.30. Lunedì riposo, domenica ore 18.30. |
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