L’ultimo Santo
dell’anno: Silvestro, pontefice romano
Cinzia Dal Maso

L’ultimo giorno dell’anno è dedicato a San Silvestro, pontefice
del IV secolo d.C. Tra le tante notizie pervenuteci intorno alla sua vita,
occorre distinguere le vere dalle leggendarie o dalle falsificazioni. Sembra
fosse figlio di un certo Rufino e che si trovasse sul monte Soratte, dove si era
nascosto per sfuggire alle persecuzioni. L’imperatore Costantino, affetto dalla
lebbra, chiamò a Roma Silvestro, che lo avrebbe guarito dalla grave malattia.
Questa tradizione è narrata in un ciclo di affreschi del 1246, che orna le
pareti dell’Oratorio di San Silvestro, presso la chiesa dei Santi Quattro
Coronati.
Silvestro, di certo testimone delle ultime persecuzioni dei cristiani, fu il
primo papa del periodo della pace, inaugurata da Costantino, sedendo sul soglio
di Pietro per vent'anni, dal 314 al 335. Uno dei problemi più delicati che si
trovò ad affrontare fu l’organizzazione della vita ecclesiastica romana, mentre
la città pagana si andava lentamente trasformando in cristiana. Probabilmente fu
Silvestro a chiamare domenica il giorno dopo il sabato, in ricordo della
Resurrezione del Redentore.
Sotto il suo pontificato si celebrò il grande concilio ecumenico di Nicea (325),
che confutò l’eresia del prete Ario, ed affermò la fede nella divinità di
Cristo.
Papa Silvestro promosse, grazie all’appoggio finanziario di Costantino, la
costruzione delle prime grandi basiliche romane: San Pietro in Vaticano, San
Paolo sulla via Ostiense, San Giovanni in Laterano.
Una curiosa leggenda vuole che Silvestro liberasse Roma da un terribile drago
nutrito dalle vestali, forse simbolo del paganesimo. Per raggiungere il mostro,
il Santo dovette scendere 365 gradini, uno per ogni giorno dell’anno e lo
strozzò con un filo intorno al collo, seguendo il suggerimento ricevuto in sogno
da San Pietro. Tornato alla luce, fu accolto da una folla festante, che si
convertì al cristianesimo.
San Silvestro morì nel 335 ed il 31 dicembre dello stesso anno fu sepolto nel
cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Nell’VIII secolo il suo corpo fu
trasferito a San Silvestro in Capite. Nel novembre del 1595, durante i lavori
per la ricostruzione della chiesa, secondo una cronaca dell’epoca, “furno
trovate quattro tavole di marmare con quattro stange di ferro grosse che stavano
per posamento di dette tavole alle dette stava una Chassa di terra Cotta e di
dentro cera il santissimo corpo si san Silvestro papa e Confessore tutto integro
e la testa santissima col collo atachato...”. Il 13 maggio del 1601, i santi
resti furono nuovamente posti sotto l’altare maggiore, tranne la testa, che
ancora oggi si trova nella sagrestia della chiesa. Il reliquiario secentesco
d’argento è andato perso, confiscato con altri oggetti preziosi durante la
dominazione napoleonica.
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