Sabina, sposa trascurata da Adriano per Antinoo
Lo sguardo delicato perso
nell’intensità di un sogno avvistato all’orizzonte, un’anima dolce racchiusa
nell’eleganza dei tratti e del pacato sorriso: così Vibia Sabina, la moglie
dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.), venne ritratta in un celebre busto, oggi
conservato al Museo Nazionale Romano. La bella chioma, composta e raccolta sulla
nuca, è impreziosita da un grande diadema semilunato e da un morbido panno.
L’Augusta Diva doveva avere capelli ed occhi bruni, se va prestata fede ai resti
di colore ancora presenti nella scultura, zigomi larghi ed un sottile naso
aquilino. Forse aveva appena 12 anni quando nel 100 d. C. andò in sposa ad
Adriano, amante della filosofia e dell’arte, nonché infaticabile viaggiatore.
Era figlia di L. Vibio Sabino e di Matidia e dunque nipote dell’Imperatore
Traiano (98-117 d.C.), che aveva adottato suo marito, “consegnandogli” le chiavi
dell’impero. Non fu la nobile Sabina, destinata dalla sorte ad un uomo che non
avrebbe potuto amarla, la passione di Adriano. La loro unione non diede frutti e
fu “adombrata” dalla figura di Antinoo, il bellissimo e giovane amante
dell’imperatore filosofo. “Antinoo veniva dalla Bitinia, dalla città di
Claudipoli – tramanda lo storico Dione Cassio - ed era l’amasio di Adriano”. I
due si erano incontrati nel 124 e da allora non si erano più separati. I
ritratti voluti dall’Imperatore testimoniano la straordinaria avvenenza del
ragazzo. Non sappiamo come Sabina abbia vissuto questa relazione: le voci delle
donne antiche, spesso, non sono registrate nei volumi della storia ufficiale.
Tuttavia, quando la donna morì nel 136, Adriano la onorò come meritava una sposa
imperiale. |
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