La statua fu inaugurata il 9 giugno 1889, giorno della Pentecoste L’eretico Giordano Bruno celebrato dal massone Ferrari Al centro di piazza Campo de’ Fiori, fu aspramente osteggiata da Leone XIII che minacciò di ritirarsi in Austria Al centro di piazza Campo de’ Fiori spicca severa la statua bronzea di Giordano Bruno, il filosofo nolano messo al rogo per eresia, proprio in quel punto, nel 1600. Fin dal 1876 il Poeta Pietro Cossa, insieme a un gruppo di studenti universitari, aveva costituito un Comitato promotore internazionale per l’erezione di un monumento in suo onore, quale martire del "libero pensiero". Il Comune di Roma, ai cui vertici andavano affermandosi amministratori clerico-moderati, cercava di ostacolare la costruzione della statua. Francesco Crispi, divenuto presidente del Consiglio nel 1887, suggerì al comitato promotore, che chiedeva il suo appoggio, di procedere alla fusione del bronzo senza preoccuparsi dei tentennamenti dell’Amministrazione Comunale. Il dibattito sulla statua si protrasse in un clima arroventato dalle manifestazioni studentesche e popolari che provocarono inevitabilmente arresti e feriti. Alla fine dello stesso anno il Re, su proposta del Consiglio dei Ministri, firmò un decreto con il quale Leopoldo Torlonia, sindaco di Roma, veniva rimosso dalla carica: ufficialmente senza motivazione, ma le ragioni erano dovute alla visita al Cardinale Vicario a cui aveva trasmesso l’omaggio dei romani a Leone XIII. A seguito delle elezioni del giugno 1888 entrò nel Consiglio Comunale una folta schiera di esponenti anticlericali, tra cui Ettore Ferrari, artefice della statua, che nel 1904 divenne gran maestro della massoneria. Prima della fine dell’anno fu approvato il progetto per il monumento a Bruno: il Pontefice minacciò di abbandonare Roma per rifugiarsi nella cattolica Austria, qualora la statua fosse stata scoperta al pubblico, inaugurazione che avvenne il 9 giugno 1889, giorno di Pentecoste, a Campo de’ Fiori, con la partecipazione di un’immensa folla. L’opera del Ferrari riproduce il Bruno con il saio ed il cappuccio domenicano, motivo che compare anche in una medaglia commemorativa coniata per l’occasione. Ai lati del monumento sono otto medaglioni con effigi di eretici famosi, pannelli con scene della sua vita e la scritta del filosofo Giovanni Bovio, oratore ufficiale della cerimonia: "A Bruno il secolo da lui divinato, qui dove il rogo arse". La statua, definita dal Bellonzi "il più drammatico e semplificato dei monumento ottocenteschi di piazza", divenne una sfida alla Chiesa e al Papa. Nel medesimo punto ove si erge la statua di Giordano Bruno, si trovava in passato una fontana, fatta erigere da Gregorio XIII (1572-1585), utilizzata, secondo le cronache del Seicento, dai cocomerari che vi tenevano in fresco i loro frutti prima di venderli. La Fontana, decorata con delfini in bronzo, era costituita da una tazza ovale di marmo bianco emergente da un bacino rettangolare lastricato in travertino in cui l’acqua usciva dai fori centrali di quattro piccoli rosoni. Il coperchio ricurvo in travertino, con al centro una palla, fu aggiunto nel 1622, tanto da renderla simile ad una zuppiera, soprannominata dai romani, "la Terrina". Sulla fascia intorno alla palla si legge : "Ama Dio e non fallire, fa del bene e lascia dire", MDCXXII, frase probabilmente ispirata ai condannati al patibolo, che permanentemente sorgeva vicino alla fontana. La Fontana nel 1924 venne spostata in piazza della Chiesa Nuova, per lasciare maggiore spazio al mercato. Quella odierna, situata nel 1898 all’estremità meridionale della piazza, ripete la forma della terrina, ma senza il coperchio. È costituita da un’ampia vasca ovale di granito rosato, che al centro, su un piedistallo quadrangolare, presenta una tazza quadrilobata sovrastata da un catino da cui si innalza uno zampillo che dapprima si versa nell’ovale sottostante, poi ricade nella vasca sottostante. A Campo de’ Fiori ogni 17 febbraio una piccola folla si raduna attorno a Giordano Bruno. In occasione dei Patti Lateranensi i cattolici chiesero la rimozione della statua e l’erezione al suo posto di una cappella dedicata al Cuore Santissimo di Gesù. Mussolini si limitò a proibire manifestazioni commemorative. |
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