Girolamo Induno, pittore e patriota

A Palazzo Venezia, nella mostra “Persone”, uno dei suoi quadri

 

 

di Annalisa Venditti

Una strada, a Trastevere, ricorda Girolamo Induno (Milano 1827-1890), singolare figura di artista e combattente del Risorgimento.

Nel 1848 partecipò alle Cinque giornate di Milano e si distinse nel ’49 tra gli eroici difensori della Repubblica Romana. Proprio nella città eterna, colpito da decine di colpi di baionetta durante l’attacco a Villa Barberini, scampò miracolosamente alla morte. Nel periodo della lunga convalescenza, studiò attentamente i paesaggi romani che, una volta ripreso, sarebbero diventati lo sfondo dei suoi appassionati quadri storici. L’amore per l’arte lo accompagnò sempre sui campi di battaglia: anche nelle spedizioni successive, infatti, combatté e realizzò dal vero gli schizzi che gli sarebbero poi serviti per dipingere celebri tele come “La battaglia della Cernaia”, acquistata dal re Vittorio Emanuele II nel 1859.

A Palazzo Venezia, in questi giorni, è possibile ammirare alla mostra “Persone. Ritratti di gruppo da Van Dyck a De Chirico”, una delle sue opere, un olio su tela del 1879, proveniente dal Museo del Risorgimento di Milano.“Si tratta della rievocazione di un episodio del 30 gennaio 1875”, spiega Franco Ragazzi nel catalogo della ricca esposizione (Silvana Editoriale, 254 pagine, euro 34). “E’ una visita – continua lo studioso, descrivendo il quadro - di Garibaldi al re Vittorio Emanuele II che lo riceve a Roma, al Quirinale, accompagnato dal Generale Giacomo Medici del Vascello, suo luogotenente in tutte le campagne garibaldine dai tempi di Montevideo ed eroe della Repubblica Romana del 1849. Dopo il 1849 era la prima volta che Garibaldi tornava a Roma, diventata nel 1871 capitale del regno, per partecipare, anche se per pochissimo, ai lavori parlamentari. Garibaldi ormai lasciava Caprera raramente, circostanza che fece della visita romana e dell’incontro con il re un avvenimento, dipinto da Induno anche in un'altra versione con un numero maggiore di personaggi. L’epopea eroica del Risorgimento – sottolinea Franco Ragazzi - era finita, non esisteva più lo spirito dell’incontro di Teano, Garibaldi aveva esaurito la fiducia un tempo riposta nella monarchia. Il generale, appesantito dagli anni, acciaccato dai reumatismi sempre più gravi che lo costringevano a sorreggersi sulle grucce, concede al re che aveva disapprovato le sue spedizioni per la liberazione di Roma e addirittura ordinato di far fuoco su di lui, di stringergli la mano”.

La mostra “Persone. Ritratti di gruppo da Van Dych a De Chirico”, curata da Omar Calabrese e Claudio Strinati, è visitabile tutti i giorni (dal martedì alla domenica, ore 10.00-19.00), fino al 15 febbraio, al Museo Nazionale di Palazzo Venezia (info: tel. 800-831606).


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