La quercia di Torquato Tasso
Salendo lungo le pendici del Gianicolo, poco dopo la chiesa di Sant’Onofrio, si nota sulla sinistra un tronco secco, annerito dal tempo, inglobato in un muretto che lo sorregge: è la famosa "quercia del Tasso", alla cui ombra il poeta, sul finire del Cinquecento, soleva riposarsi, trovando un po’ di conforto per il suo animo turbato ed inquieto. Erano gli ultimi, amari giorni della sua vita, quando era ospite del convento di Sant’Onofrio. Sembra che il Tasso fosse rimasto particolarmente addolorato dalla pubblicazione, a sua insaputa, della "Gerusalemme Liberata" con arbitrarie manomissioni. I luoghi solitari gli erano graditi nelle profonde crisi depressive di cui soffriva e sedendo sotto la quercia del Gianicolo, che allora si trovava nell’orto del convento, poteva anche godere di uno splendido panorama su Roma. Ora il poeta riposa nella prima cappella di sinistra della chiesa di Sant’Onofrio, dove anche Giacomo Leopardi volle recarsi durante il suo soggiorno romano, come scrisse al fratello Carlo: " fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato a Roma".Le stanze in cui Torquato Tasso visse e spirò, il 25 aprile del 1595, sono diventate un piccolo museo dove si conservano manoscritti del poeta, antiche edizioni dei suoi libri, la maschera mortuaria e la lapide tombale. Vi si può accedere gratuitamente, ma solo su appuntamento, telefonando al numero 06.6828121. Fin dal Seicento, presso la quercia del Tasso i religiosi dell’Oratorio di San Filippo Neri costruirono una gradinata dalla quale si poteva assistere a rappresentazioni teatrali di ispirazione cristiana, legate soprattutto alla liturgia della Settimana Santa, come "Le Marie al Sepolcro". Dal 1965, l’Anfiteatro della Quercia del Tasso ospita ogni estate spettacoli teatrali, messi in scena dalla compagnia "La Plautina". |
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