Il più illustre “trasgressivo”
della Roma dei Cesari

Nel bene o nel male, il grande Giulio Cesare fu uno degli uomini più chiacchierati della sua epoca. Correva infatti voce che il conquistatore della Gallia fosse stato l’amante di Nicomede, re della Bitinia. La relazione omosessuale tra i due era a tal punto nota da far circolare a Roma delle maliziose battute ai danni del generale vittorioso. Cesare era, senza mezzi termini, apostrofato “bordello di Bitinia”, “postribolo di Nicomede” ed “il rivale della Regina”. I suoi soldati, durante il trionfo seguito alle conquiste d’oltralpe, lo avevano festeggiato con un motto arguto: “Cesare ha sottomesso la Gallia, mentre Nicomede ha sottomesso Cesare!”

Sembra che il valoroso condottiero accettasse di buon grado le frecciatine velenose dei suoi concittadini, che spesso gli ricordavano la sua avventura orientale, cercando addirittura di giustificarsi.

Catullo, dimentico di ogni riverenza, lo aveva dipinto in una dei suoi componimenti come “omosessuale passivo, vorace e giocatore d’azzardo”. Le malelingue erano arrivate a dire che Cesare, uno degli uomini più potenti della storia di Roma, era stato convinto dal suo amante Nicomede a fare da coppiere (servitore) in un banchetto a cui avevano partecipato illustri cittadini romani.

Pare che persino in Senato fosse stato pubblicamente irriso. Durante il processo indetto contro la figlia di Nicomede, Cesare, incaricato di difenderla, aveva tenuto a precisare i numerosi favori ricevuti dal sovrano. Cicerone, allora, “colta la palla al balzo” non aveva trattenuto la sua sagacia: “Per favore, lasciamo stare. Tutti sappiamo cosa hai ricevuto da lui e cosa gli hai dato!”

Non fu un caso isolato: secondo Svetonio - lo storico che ci ha riportato parecchi pettegolezzi – Cesare aveva fieramente dichiarato di voler camminare sulle teste dei suoi nemici. Un senatore, per denigrarlo davanti a tutti facendo leva sulla sua omosessualità passiva, gli aveva risposto che un’azione del genere era difficilmente attuabile da una donna. Il generale non raccolse la malcelata offesa, ma con tutta calma, per nulla colpito nel vivo, ricordò il caso della regina Semiramide, brillantemente al governo del suo popolo. Se tuttavia vogliamo scendere nel dettaglio, quella di Cesare fu piuttosto una scelta bisessuale: non a caso i soldati gli affibbiarono un eloquente soprannome, “moglie di tutti e marito di tutte”.  

Con il suo indubbio fascino aveva trafitto il cuore di molte donne dell’aristocrazia: tra le sue amanti si annoveravano le mogli di importanti esponenti della classe dirigente, come Postumia, Lollia, Tertulla e Mucia ed alle sue doti di grande amatore non avevano potuto resistere neppure Cleopatra e Bogude, la moglie del re di Mauritania.

 di Annalisa Venditti

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