Il suo aspetto pittoresco attrasse i viaggiatori stranieri

Trastevere, antico custode del vero "core de Roma"

La sistemazione urbanistica operata a partire dal 1886 ha infierito inesorabilmente sul tessuto medioevale del rione

di Antonio Venditti

 

Trastevere, uno fra i più antichi rioni di Roma, trae la propria denominazione dal sorgere al di là del Tevere (trans Tiberim), alla sua destra, in una zona conosciuta durante l’età imperiale come veiente, dove avvennero, per opera di Orazio Coclite, di Caio Muzio Scevola e della fanciulla Clelia, i primi atti eroici della storia di Roma. Il rione fu anche chiamato "città di Ravenna" per lo stanziamento dei "Castra Ravennatium" e fu sede della comunità ebraica fino a tutto il pontificato di Paolo IV (155-1559).

I Trasteverini parteciparono ai tumulti ed alle congiure verificatesi specialmente nel Medioevo e sostennero nel 1849 la Repubblica Romana. Si può anche dire che Trastevere fu il rione di Roma da cui partirono i moti risorgimentali.

La sistemazione del Trastevere fu decisa nel 1886 e limitata alla zona lungo l’omonimo.

Il vecchio Trastevere, compreso tra Ripa Grande, S. Maria in Trastevere, Porta Settimiana e Ponte Sisto, aveva cominciato nel XVII sec. ad espandersi alle falde del Gianicolo, di cui nell’Ottocento occupava ancora solo le pendici. La piazza di S. Maria in Trastevere era il punto di convergenza delle vie di S. Maria della Scala, della Lungaretta e di S. Francesco a Ripa (ora piazza). Il collegamento con il Ponte Sisto era dato da via S. Dorotea, con il Ponte Quattro Capi da via in Piscinula, mentre la via di Porta Portese conduceva all’Ospizio Apostolico di S. Michele e all’antistante porto di Ripa Grande. L’aspetto del rione era modesto, ma aveva il merito di conservare non soltanto notevoli esempi dell’architettura civile medioevale, ma anche lo spirito che aleggiava in quel labirinto di viuzze e vicoletti, tra "catapecchie e depositi di fieno". Apparivano in completo abbandono i più bei edifici del periodo medioevale. La casa dei Mattei alla fine dell’Ottocento era divenuta una locanda con la curiosa insegna della "sciacquetta". Il palazzo-fortezza degli Anguillara era un cumulo di sovrapposizioni in muratura ed in legno e non dava certo l’impressione di essere stato la dimora di quel fiero Titta degli Anguillara che non volle scoprirsi il capo neppure dinnanzi a Carlo V, dicendo ironicamente di essere raffreddato, specificando poi in modo altezzoso che finché avesse avuto al fianco la spada, non c’era a Roma persona a cui avrebbe reso omaggio togliendosi il copricapo. Si vedevano ancora le case degli Alberteschi con l’altissima torre, vicino al ponte Rotto.

Ricordava Silvio Negro: "chi dice Tevere dice Trastevere", "ma dice anche Roma nel senso più tradizionale della parola". Infatti il vero folclore romano, il pittoresco della città, ricercato dai viaggiatori stranieri di allora, risiedeva qui nei cortili, nelle botteghe, nelle strade e nelle tante osterie dissemitate un po’ dovunque. La più famosa era l’osteria di "Cucciarello alla Scentarella di Piscivola", dove era d’obbligo recarsi "per avere un’idea delle costumanze di Trastevere, perché ivi i popolani ballavano il saltarello e cantaveno da poveta". Altra nota caratteristica di Trastevere era la rivalità fra i suoi abitanti e quelli del rione Monti, con i quali ingaggiavano spesso violente zuffe; inoltre le "belle trasteverine", anche esse partecipi di tale antagonismo, tenevano a distinguersi dalle monticiane "per alcune singolarità del vestire e del portare lo scialle". A questi atteggiamenti del tutto profani i Trasteverini univano una particolare devozione per la Madonna, come attestano ancor oggi alcune edicole mariane. La Festa de’ Noantri, che si celebra ogni anno nel mese di luglio, prosegue un’antica usanza collegata alla Madonna del Carmine: in solenne processione viene portata per le strade la statua della Vergine, detta anche "Madonna della Fiumara".

"Li palazzi belli", cioè le nuove costruzioni che determinarono l’alterazione del vecchio Trastevere, in un primo tempo riguardarono la zona centrale del rione, che venne unito al centro di Roma con il ponte Garibaldi, costruito nel 1888 dal Vescovali. Piazza Belli, chiamata in precedenza "piazza d’Italia e piazza Sonnino", fu realizzata nel 1890 in concomitanza con l’apertura di viale del Re, successivamente chiamato dei Lavoratori e del Lavoro, dal 1949 viale Trastevere. In quell’occasione furono demolite tutte le case ed alcune vecchie strade i cui nomi (Sacchetti, del Muro Nuovo, dell’Arco dell’Annunziata e di S. Bonosa) riecheggiano la "Roma Sparita" immortalata da E. R. Franz. Da ponte Garibaldi la piazza attira subito l’attenzione con il palazzo fortezza, il cui impianto più antico doveva risalire al sec. XIII, degli Anguillara. Al centro è il monumento-fontana in onore di G.G. Belli, eretto nel 1913 mediante pubblica sottoscrizione.

A facilitare le comunicazioni con il centro di Roma contribuì, dalla parte opposta di ponte Garibaldi, via Arenula. Il sistema viario di Trastevere si arricchì inoltre di un’arteria che unisce via della Lungara con piazza Santa Maria in Trastevere, da dove poi la via della Lungaretta, ampliata, portava direttamente a ponte Rotto, collegato all’attuale Lungotevere dei Pierleoni da strutture metalliche.

I nuovi edifici sorti soprattutto ai lati di Viale Trastevere si collegano a quelli eretti nella zona di San Cosimato, allora libera da costruzioni. Si cercò di sopperire alla loro complessiva carenza di ricerca estetica, costruendo il Ministero della Pubblica Istruzione, iniziato nel 1914 su progetto di Cesare Bazzani, ed il Palazzo degli Esami.

La sistemazione urbanistica di Trastevere ha infierito dei notevoli colpi al tessuto medioevale del rione: case e torri, tra cui le abitazioni degli Alberteschi e parte del gruppo che formava la residenza degli Anguillara, furono vandalicamente demolite. A questo si deve aggiungere che i restauri operati sugli edifici della stessa epoca hanno talvolta variato la loro struttura originaria, come nel palazzetto degli Anguillara, mentre ben sistemata è stata in tempi più recenti la casa dei Mattei. La stessa cosa non è però avvenuta per il palazzo dei Tolomei, nel quale sono state mascherate le murature originarie. Ma il Trastevere medioevale è presente ancora nelle case davanti la basilica di Santa Cecilia, in via della Lungaretta e in vicolo dell’Atleta. Basta discostarsi un poco sulla via della Lungara per accorgersi dell’altro aspetto del rione, quello rinascimentale.

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