Trastevere, uno fra i più antichi
rioni di Roma, trae la propria denominazione dal sorgere al di là del Tevere
(trans Tiberim), alla sua destra, in una zona conosciuta durante l’età
imperiale come veiente, dove avvennero, per opera di Orazio Coclite, di Caio
Muzio Scevola e della fanciulla Clelia, i primi atti eroici della storia di
Roma. Il rione fu anche chiamato "città di Ravenna" per lo stanziamento
dei "Castra Ravennatium" e fu sede della comunità ebraica fino a tutto il
pontificato di Paolo IV (155-1559).
I Trasteverini parteciparono ai
tumulti ed alle congiure verificatesi specialmente nel Medioevo e sostennero nel
1849 la Repubblica Romana. Si può anche dire che Trastevere fu il rione di Roma
da cui partirono i moti risorgimentali.
La sistemazione del Trastevere fu
decisa nel 1886 e limitata alla zona lungo l’omonimo.
Il vecchio Trastevere, compreso
tra Ripa Grande, S. Maria in Trastevere, Porta Settimiana e Ponte Sisto, aveva
cominciato nel XVII sec. ad espandersi alle falde del Gianicolo, di cui
nell’Ottocento occupava ancora solo le pendici. La piazza di S. Maria in
Trastevere era il punto di convergenza delle vie di S. Maria della Scala, della
Lungaretta e di S. Francesco a Ripa (ora piazza). Il collegamento con il Ponte
Sisto era dato da via S. Dorotea, con il Ponte Quattro Capi da via in Piscinula,
mentre la via di Porta Portese conduceva all’Ospizio Apostolico di S. Michele e
all’antistante porto di Ripa Grande. L’aspetto del rione era modesto, ma aveva
il merito di conservare non soltanto notevoli esempi dell’architettura civile
medioevale, ma anche lo spirito che aleggiava in quel labirinto di viuzze e
vicoletti, tra "catapecchie e depositi di fieno". Apparivano in completo
abbandono i più bei edifici del periodo medioevale. La casa dei Mattei alla fine
dell’Ottocento era divenuta una locanda con la curiosa insegna della
"sciacquetta". Il palazzo-fortezza degli Anguillara era un cumulo di
sovrapposizioni in muratura ed in legno e non dava certo l’impressione di essere
stato la dimora di quel fiero Titta degli Anguillara che non volle scoprirsi il
capo neppure dinnanzi a Carlo V, dicendo ironicamente di essere raffreddato,
specificando poi in modo altezzoso che finché avesse avuto al fianco la spada,
non c’era a Roma persona a cui avrebbe reso omaggio togliendosi il copricapo. Si
vedevano ancora le case degli Alberteschi con l’altissima torre, vicino al ponte
Rotto.
Ricordava Silvio Negro: "chi
dice Tevere dice Trastevere", "ma dice anche Roma nel senso più tradizionale
della parola". Infatti il vero folclore romano, il pittoresco della città,
ricercato dai viaggiatori stranieri di allora, risiedeva qui nei cortili, nelle
botteghe, nelle strade e nelle tante osterie dissemitate un po’ dovunque. La più
famosa era l’osteria di "Cucciarello alla Scentarella di Piscivola", dove
era d’obbligo recarsi "per avere un’idea delle costumanze di Trastevere,
perché ivi i popolani ballavano il saltarello e cantaveno da poveta". Altra
nota caratteristica di Trastevere era la rivalità fra i suoi abitanti e quelli
del rione Monti, con i quali ingaggiavano spesso violente zuffe; inoltre le
"belle trasteverine", anche esse partecipi di tale antagonismo, tenevano a
distinguersi dalle monticiane "per alcune singolarità del vestire e del
portare lo scialle". A questi atteggiamenti del tutto profani i Trasteverini
univano una particolare devozione per la Madonna, come attestano ancor oggi
alcune edicole mariane. La Festa de’ Noantri, che si celebra ogni anno nel mese
di luglio, prosegue un’antica usanza collegata alla Madonna del Carmine: in
solenne processione viene portata per le strade la statua della Vergine, detta
anche "Madonna della Fiumara".
"Li palazzi belli",
cioè le nuove costruzioni che determinarono l’alterazione del vecchio
Trastevere, in un primo tempo riguardarono la zona centrale del rione, che venne
unito al centro di Roma con il ponte Garibaldi, costruito nel 1888 dal Vescovali.
Piazza Belli, chiamata in precedenza "piazza d’Italia e piazza Sonnino",
fu realizzata nel 1890 in concomitanza con l’apertura di viale del Re,
successivamente chiamato dei Lavoratori e del Lavoro, dal 1949 viale Trastevere.
In quell’occasione furono demolite tutte le case ed alcune vecchie strade i cui
nomi (Sacchetti, del Muro Nuovo, dell’Arco dell’Annunziata e di S. Bonosa)
riecheggiano la "Roma Sparita" immortalata da E. R. Franz. Da ponte
Garibaldi la piazza attira subito l’attenzione con il palazzo fortezza, il cui
impianto più antico doveva risalire al sec. XIII, degli Anguillara. Al centro è
il monumento-fontana in onore di G.G. Belli, eretto nel 1913 mediante pubblica
sottoscrizione.
A facilitare le comunicazioni con
il centro di Roma contribuì, dalla parte opposta di ponte Garibaldi, via Arenula.
Il sistema viario di Trastevere si arricchì inoltre di un’arteria che unisce via
della Lungara con piazza Santa Maria in Trastevere, da dove poi la via della
Lungaretta, ampliata, portava direttamente a ponte Rotto, collegato all’attuale
Lungotevere dei Pierleoni da strutture metalliche.
I nuovi edifici sorti soprattutto
ai lati di Viale Trastevere si collegano a quelli eretti nella zona di San
Cosimato, allora libera da costruzioni. Si cercò di sopperire alla loro
complessiva carenza di ricerca estetica, costruendo il Ministero della Pubblica
Istruzione, iniziato nel 1914 su progetto di Cesare Bazzani, ed il Palazzo degli
Esami.
La sistemazione urbanistica di
Trastevere ha infierito dei notevoli colpi al tessuto medioevale del rione: case
e torri, tra cui le abitazioni degli Alberteschi e parte del gruppo che formava
la residenza degli Anguillara, furono vandalicamente demolite. A questo si deve
aggiungere che i restauri operati sugli edifici della stessa epoca hanno
talvolta variato la loro struttura originaria, come nel palazzetto degli
Anguillara, mentre ben sistemata è stata in tempi più recenti la casa dei
Mattei. La stessa cosa non è però avvenuta per il palazzo dei Tolomei, nel quale
sono state mascherate le murature originarie. Ma il Trastevere medioevale è
presente ancora nelle case davanti la basilica di Santa Cecilia, in via della
Lungaretta e in vicolo dell’Atleta. Basta discostarsi un poco sulla via della
Lungara per accorgersi dell’altro aspetto del rione, quello rinascimentale.