Messalina: bella di notte, imperatrice di giorno

di Annalisa Venditti

 

L’infedeltà coniugale ebbe illustri protagoniste nella storia dell’antica Roma. Leggendo una delle satire del poeta Giovenale, veniamo a sapere che all’imperatore Claudio toccarono in sorte, oltre alle preoccupazioni del governo, quelle procurate dalla giovanissima moglie Messalina, un’insaziabile mangiatrice di uomini. Non è da escludere che le malelingue si fossero accanite contro di lei per la poca considerazione goduta dal consorte e per la forte differenza di età che li separava: appena sedicenne, infatti, era stata data in sposa ad un uomo di quasi quarantanni più vecchio, per giunta zoppo ed affetto da balbuzie. Pare che l’affascinante Messalina, donna educata e raffinatissima, aspettasse il sonno dell’imperatore per abbandonare furtiva e con la complicità di un’ancella l’odiato letto regale. Coperta da un mantello con il cappuccio ed irriconoscibile grazie ad una parrucca bionda, si recava in squallidi postriboli dove concedeva le sue grazie ai clienti, celando la vera identità dietro un lezioso nomignolo: Lecisca. Secondo Giovenale, il tenutario del bordello aveva predisposto una cella, riservandola appositamente alle sue “imperiali” prestazioni. Non mancano i dettagli scabrosi: “con i capezzoli indorati” Messalina mostrava il ventre e sensuale accoglieva i clienti e domandava loro il prezzo della sua fatica. Sembra che, a fine serata, fosse l’ultima ad andar via, “sfinita da tanti uomini, ma non ancora sazia e con le guance imbrattate”, completamente annerita dal fumo della lucerna. Avrebbe addirittura vinto una scommessa con una delle più note prostitute del tempo, battendo il suo record, ossia più di venticinque rapporti sessuali consecutivi.

La sua natura capricciosa non le aveva impedito di chiedere a Claudio di sfilare al suo posto nel corteo indetto per il trionfo sulla Britannia e di far uccidere, senza motivo, esponenti della nobiltà a lei avversi.

 Al di là delle esagerazioni di Giovenale, è probabile che la bella ed inquieta Messalina si sia servita dei bordelli e degli ingegnosi travestimenti non tanto per praticare il sesso mercenario, ma per incontrare qualche segreto amante. Certo è che arrivò a compiere un atto inusitato e di enorme gravità: approfittando dell’assenza del “devoto” marito, recatosi ad Ostia per compiere un sacrificio, si era legata in matrimonio con l’amatissimo Gaio Silio, noto per la sua eccezionale bellezza. L’unione venne celebrata davanti a testimoni e festeggiata con un ricco banchetto nuziale. Informatori recarono la notizia all’imperatore che, per l’ultima volta, si trovò dinanzi ad un’estrema decisione. Come era da aspettarsi, l’onta fu lavata nel sangue: nonostante la ventitreenne Messalina sperasse ancora di riconquistare il cuore del marito, i sicari misero fine alla sua turbolenta esistenza, freddandola tra le braccia della madre. Pare che Claudio, messo a conoscenza della sua orribile sorte, già invaghito di quella che sarebbe divenuta la sua nuova moglie, la carismatica Agrippina, abbia – non curante – continuato a bere un coppa di vino. 

Copyright 2003-2010 © Specchio Romano