Alla Centrale Montemartini
Il Mosaico della Real Casa
La Centrale Montemartini arricchisce la sua collezione con un
mosaico scoperto a Roma nel 1900 in via XX Settembre, nei pressi
dell’attuale Giardino del Quirinale.
Il restauro del mosaico, detto “della Real Casa”, è stato promosso e
finanziato dalla Fondazione Paola Droghetti onlus e realizzato da
Alessandro Ferradini, con la direzione tecnico-scientifica della
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
I frammenti dell’opera musiva - databile tra la metà del III secolo
e l’inizio del IV secolo d.C. - facevano parte di un ampio mosaico
pavimentale che già al momento della scoperta presentava estese
lacune causate dall’inserimento di strutture moderne. La superficie
è decorata da girali vegetali che fuoriescono da kantharoi, vasi con
alti manici, collocati negli angoli e al centro dei lati lunghi del
pavimento.
La composizione è vivacizzata da un riquadro policromo, in posizione
decentrata, con un fiore a quattro petali e piccole foglie
lanceolate all’interno di un campo giallo.
Il mosaico, dalla superficie originaria di 8,40 x 6,70 metri,
pavimentava la sala di rappresentanza di una nobile abitazione di
epoca tardo-imperiale, periodo in cui si preferivano rivestimenti
musivi con motivi geometrici o naturali, mentre meno diffuse erano
le tematiche mitologiche o relative alla vita quotidiana, più
frequenti nelle epoche precedenti.
Il restauro dei quattro frammenti di mosaico ha comportato lo
strappo dalla superficie su cui erano collocati in origine,
operazione traumatica ma indispensabile per salvarli dalla
distruzione. Inoltre i mosaici, secondo una tecnica usata in
passato, erano stati allettati su nuovi supporti in malta cementizia
rinforzata con un'armatura di barre in lega di ferro.
È stato perciò necessario rimuovere il vecchio supporto in cemento e
armatura in ferro e ricostruirne uno nuovo secondo modalità adeguate
ai moderni standard conservativi. Operazioni preliminari sono state
la documentazione fotografica relativa all’ante operam, un
trattamento biocida, la pulitura preliminare e la protezione della
superficie musiva tramite bendaggio. Si è quindi proceduto
all’abbassamento del massetto e alla rimozione dei ferri. La fase di
ricomposizione del supporto ha visto la posa di uno strato di malta
a contatto con il massetto cementizio prossimo alle tessere musive e
il posizionamento di un pannello di supporto in areolam. A
completamento dell’intervento si è proceduto alla pulitura e alla
stuccatura delle superfici musive e infine alla stesura di una
maltina liquida negli interstizi delle tessere.
Un video permette di ripercorrere le fasi del restauro.
Nell’esposizione alla Centrale Montemartini i frammenti del
pavimento restaurati, tra loro non combacianti, sono stati
posizionati su un grande tappeto calpestabile in linoleum, dove in
scala 1:1 è riprodotto il motivo decorativo del mosaico, offrendo ai
visitatori la visione d’insieme dell’opera e suggerendo con
immediatezza la ricchezza decorativa del complesso disegno
originario nell’intento di restituire ciò che è andato
irrimediabilmente perduto.
Per rivolgersi a un pubblico più ampio, a completamento
dell’apparato didattico è stato realizzato un pannello tattile
corredato da didascalie in braille per ciechi e ipovedenti, sul
quale è riprodotto a rilievo il motivo floreale del riquadro
policromo del mosaico.
Per arricchire e completare la visita, un QR code applicato permette
ai visitatori di ascoltare in un brano audio, un vero e proprio
racconto sonoro.
di
Alessandro
Venditti
04 aprile 2022
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